Via auto e autista ai 70 parlamentari scortati

by Editore | 17 Luglio 2012 6:50

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ROMA â€” I parlamentari con la scorta si procurino auto e autista, il Viminale metterà  a disposizione solo il personale armato addetto alla sicurezza. La spending review non risparmia la “casta”. E ora il ministero dell’Interno dà  un taglio ai costi della politica, in particolare a quelli per la tutela di senatori e parlamentari. Va detto che i senatori scortati, a oggi, sono 26, i deputati 44. Tra tutti questi settanta, 20 tutele sono dedicate ancora a ex ministri e sottosegretari del dimissionario governo Berlusconi che avevano beneficiato delle misure di protezione per gli incarichi istituzionali che avevano ricoperto. Fra questi, ad esempio, l’ex ministro dell’Interno Maroni e l’ex Guardasigilli Alfano.
Ma settanta parlamentari da scortare sono davvero troppo onerosi per il bilancio dello Stato, oltretutto nel momento in cui il ministro dell’Interno Cancellieri ha in programma una riduzione entro il 2015 di 7 mila agenti. Taglio che, sommato all’attuale carenza di personale, farà  crescere il vuoto di organico della Polizia — stando ai dati dell’Associazione Funzionari — a meno 22 mila uomini. E così, per far fronte alla doppia emergenza (scarsezza di risorse finanziarie e umane) il titolare del Viminale ha deciso di estendere anche a Camera e Senato una circolare che prevede che auto e autista siano messi a disposizione o dall’interessato,
oppure dall’amministrazione di appartenenza dello “scortato”. Nel caso dei parlamentari, dunque, l’onere dovrebbe spettare a Montecitorio e a Palazzo Madama. Il presidente Fini ha fatto sapere, tuttavia, che la Camera può mettere a disposizione solo cinque vetture con relativi autisti, tra queste, in particolare, per la stessa Presidenza, per l’Antimafia e per il Copasir. Per i restanti 39 deputati, i costi rimbalzano alla competenza dei rispettivi Gruppi politici di appartenenza. Ma qui la spending review s’è imbattuta in un improvviso quanto imprevisto ostacolo: le casse vuote dei partiti. «È sacrosanto — dichiara Emanuele Fiano, responsabile sicurezza per il Pd, uno dei deputati sotto scorta — che in tempi di razionalizzazione della spesa pubblica, il Viminale, che ha sopportato negli ultimi anni ingenti riduzioni di risorse (tagli per 2 miliardi e 400 milioni,ndr), chieda un aiuto ad altre amministrazioni ». «Nel caso delle scorte — ha aggiunto — mi auguro che, a partire dal sottoscritto, i prefetti e il ministro rivedano tutti i casi degli scortati nel dettaglio, per verificare se sussistano ancora per tutti i parlamentari le condizioni per essere scortati». Per quanto riguarda il contributo dei Gruppi, tuttavia, Fiano precisa, almeno per quanto riguarda il Pd, che «non ci sono più risorse per finanziare auto blindate e autisti. Tutti i soldi infatti vengono spesi per il personale del Gruppo, pubblicazioni e ricerche». Stessa situazione, per gli altri partiti. Come uscire da questa impasse? Il Viminale, sul punto, ha una posizione politica di fermezza. Ove venga acclarata da parte dei Prefetti l’impossibilità  di Camera e Senato di provvedere, il servizio di scorta continuerà  ad essere assicurato dal Viminale. Sempre, ovviamente, a spese
del contribuente.

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