Ghizzoni: “Nessuna tensione tra i soci di piazzetta Cuccia”
MILANO — Nessuna «tensione particolare all’interno, né tra i soci » dopo l’interrogatorio di Alberto Nagel, indagato a Milano per il presunto accordo tra i Ligresti e Mediobanca; nessun commento «mentre c’è l’indagine in corso» ma «grande serenità » da parte di Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit e dunque primo azionista di Piazzetta Cuccia, importante socio di Fonsai, grande creditore dell’ex galassia Ligresti e importante attore del consorzio di garanzia dei due aumenti di capitale, di Fonsai e di Unipol, che si sono appena conclusi con inoptati importanti. Ghizzoni si è detto invece fiducioso sul fatto che «buona parte dell’inoptato verrà collocato»: a quanto si apprende da fonti finanziarie, con molta probabilità l’asta dei diritti partirà mercoledì. Ghizzoni ha aggiunto: «Credo che ci saranno due, tre giorni in cui verranno negoziati i diritti inoptati».
Lo ombre però non mancano. Lo dimostra la determinazione della procura di Torino, che sta indagando sulle operazioni immobiliari tra Imco-Sinergia e il gruppo Fonsai. Anche le perizie immobiliari firmate da Scenari immobiliari sono finite sotto i riflettori della magistratura, che ha ordinato le
perquisizioni degli uffici della società : i giudici vogliono capire se «le perizie … siano state frutto di adeguata valutazione, coerente con i valori di mercato ovvero se le stesse siano il risultato di accordo tra il committente e il perito». I pm di Torino vogliono vederci chiaro anche sulle valutazioni fatte dagli attuari su cui sembra sia stata ravvisata «la non correttezza circa le attestazioni» rilasciate.
A Milano invece il pm Luigi Orsi prima di andare in ferie ha ricevuto nuove carte della Consob, relative alla presunta manipolazione del titolo Premafin nella seconda parte del 2010. C’è anche un sospetto nel fascicolo consegnato dalla Commissione al magistrato: Vincent Bolloré. Quest’ultimo ieri ha dichiarato di aver comprato «una partecipazione del 5% in modo perfettamente chiaro e legale. Gli acquisti sono stati realizzati sul mercato attraverso un intermediario concordato, e le soglie
e intenzioni sono state regolarmente dichiarate». Evidentemente però la ricostruzione della Consob, su cui ora dovrà indagare il magistrato, non è così lineare: sembra infatti che soprattutto nelle giornate in cui il titolo della holding “strappava” si noti la presenza in acquisto del finanziere (socio peraltro di Mediobanca, con il 6%). I suoi interventi dell’epoca sarebbero serviti a sostenere
il prezzo della holding, poco prima che Groupama annunciasse l’intenzione di entrare nel gruppo dei Ligresti. I francesi fecero una prima offerta, poi rivista nella struttura di mercato ma lasciando fermo l’impegno finanziario, 145 milioni, e la quota finale che avrebbero avuto nel capitale, il 17%. Ma l’operazione non arrivò mai in porto perché la Consob non concesse l’esenzione dall’Opa
a cascata, condizione cui i francesi avevano subordinato il loro intervento nell’aumento di capitale Premafin. Ma già nel novembre 2010 la Commissione aveva sollevato dubbi sulla tempistica dell’intervento di Bolloré, che ora sono stati formalmente segnalati all’autorità di vigilanza. E’ il secondo atto di quella manipolazione del titolo Premafin per cui è già indagato Salvatore Ligresti e rela-
tivo al presunto supporto alle quotazioni attraverso i due trust off shore che avevano il 20% di Premafin (che la procura sospetta facciano capo sempre a don Salvatore, tanto che ha sequestrato i pacchetti in questione e nominato un custode giudiziale).
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