Hollande avverte Samaras “Vogliamo la Grecia nell’euro ma dovete rispettare gli impegni”

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PARIGI – «La Grecia è nella zona euro e deve rimanerci». Franà§ois Hollande smentisce ogni ipotesi Grexit. È l’unica concessione, più simbolica che concreta, che il presidente francese fa ad Antonis Samaras che ha finito ieri a Parigi il suo minitour europeo. Il premier greco ritorna in patria a mani vuote, senza aver ottenuto la proroga di due anni che chiedeva per attuare il piano di riforme e tagli. Dopo aver ribadito che una possibile uscita della Grecia dall’unione monetaria «non si pone», Hollande ha subito richiamato Samaras a onorare i suoi impegni di risanamento di bilancio. «Il governo deve ancora dimostrare la credibilità  del programma e l’impegno dei suoi dirigenti» ha precisato il capo di Stato francese, allineandosi alla posizione tedesca. 
Così come aveva fatto Merkel, anche Hollande ha voluto richiamare Atene al rispetto degli accordi sottoscritti con la troika in cambio degli aiuti finanziari. «Raggiungeremo i nostri obiettivi e gli impegni presi per la riduzione del deficit, realizzeremo cambiamenti strutturali avviati come privatizzazione e giustizia» ha assicurato Samaras che, tuttavia, ha messo in evidenza la necessità  di «ridare speranza, perché senza speranza perdiamo la coesione sociale». 
L’incontro all’Eliseo è durato quasi un’ora, un po’ più del previsto. «Noi non chiediamo più soldi, ma il tempo di respirare» ha ripetuto Samaras a Hollande, come aveva già  fatto con Merkel. Il presidente francese gli ha risposto con parole di solidarietà , riconoscendo gli sforzi “dolorosi” che ha compiuto negli ultimi mesi il popolo greco. Ma la scadenza imposta sul piano di risanamento, che Samaras vorrebbe allungare fino al 2016, non è stata neanche citata, almeno ufficialmente. Hollande si è limitato a rinviare tutto al rapporto che la troika deve presentare al Consiglio europeo di metà  ottobre. 
Una posizione molto prudente che delude le attese del governo greco. Il leader socialista è preoccupato di non ostentare in questo momento le divisioni, che pure esistono, con la Cancelliera tedesca. I giornali francesi hanno ironizzato sull’esitazione che ha avuto giovedì durante le dichiarazione congiunte con Merkel. Hollande ha usato prima il plurale, poi il singolare, segnale di un’intesa che traballa. «Siamo… Sono – si è corretto – per mantenere la Grecia nell’eurozona». 
Nonostante queste difficoltà , il leader socialista tenta di allargare il dialogo sull’eurocrisi, come ha fatto da quando è stato eletto. Giovedì incontrerà  il premier spagnolo Mariano Rajoy e il 4 settembre arriverà  a Roma per un colloquio con Mario Monti. Ma l’intenso attivismo sul piano internazionale, non ha per ora giovato al presidente francese. Sul piano interno, deve affrontare i primi segnali di scontento. Nei sondaggi ha perso cinque punti in un mese. Meno di un francese su due (49%) è soddisfatto della sua presidenza. Le riforme annunciate stentano a decollare. Il governo deve ora varare la Finanziaria cercando di rispettare l’impegno a tagliare il deficit al 3% del Pil, in una congiuntura difficile. Sul costo della benzina, che Hollande aveva promesso di «bloccare», per ora c’è stato solo l’annuncio di un taglio «modesto e provvisorio» sulle accise. E anche la famosa stangata sui ricchi, annunciata in campagna elettorale, potrebbe ridimensionarsi. Secondo le prime indiscrezioni, l’aliquota al 75% per i redditi sopra a 1 milione di euro dovrebbe tradursi in un prelievo straordinario, limitato nel tempo. Il presidente socialista potrebbe essere costretto a fare un compromesso a causa di un possibile ricorso alla Corte Costituzionale e per la minaccia di fuga di capitali.


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