I boss di Gomorra nella black list degli Usa

by Editore | 2 Agosto 2012 11:17

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NAPOLI â€” I boss di Gomorra nella black list degli Stati Uniti. Il Dipartimento del Tesoro americano ha dato seguito alla direttiva annunciata un anno fa dal presidente Barack Obama e ha fatto scattare le sanzioni nei confronti di cinque esponenti di spicco della criminalità  organizzata campana. Tre appartengono al clan dei Casalesi, originario della provincia di Caserta: si tratta dei padrini Antonio Iovine e Michele Zagaria, con il loro luogotenente Mario Caterino. Nel mirino delle autorità  statunitensi anche Giuseppe Dell’Aquila, ritenuto il capo della potente cosca Mallardo attiva
nel territorio di Giugliano, e Paolo Di Lauro, esponente del clan Contini del centro di Napoli. Non potranno avere aziende né beni sul territorio né fare affari con cittadini statunitensi. E vengono, di fatto, banditi dall’economia americana.
L’azione del governo Usa, spiega il Dipartimento del Tesoro, mira «ad espellere la camorra dal sistema finanziario globale e tutelare il sistema finanziario americano dal riciclaggio dei suoi proventi criminali ». I provvedimenti consistono nel «congelamento degli asset» che i malavitosi dovessero
avere «nella giurisdizione americana» e nel divieto «per ogni cittadino americano di effettuare transazioni con loro». Iovine e Zagaria stanno scontando una condanna all’ergastolo: dopo oltre tre lustri
di latitanza sono stati arrestati dalla polizia rispettivamente a Casal di Principe nel novembre 2010 e a Casapesenna nel dicembre 2011. Caterino e Dell’Aquila sono stati catturati nel maggio 2011, mentre Di
Mauro fu bloccato in Spagna nel gennaio 2010. Tutti erano stati inseriti nell’elenco dei latitanti più pericolosi.
Il Dipartimento del Tesoro è intervenuto «nell’ambito della sua autorità  di imporre sanzioni che puntano al crimine organizzato transazionale». In questa ottica sono stati individuati «cinque leader della camorra, una delle maggiori organizzazioni criminali d’Europa », sottolinea l’amministrazione Obama. «Continueremo a perseguire i membri della camorra – afferma David S. Cohen, sottosegretario per il terrorismo e l’intelligence finanziaria – un’organizzazione che è coinvolta nel riciclaggio di denaro, nell’estorsione, nella
corruzione politica e nella contraffazione». Proprio il mercato del falso, insieme a quello del reimpiego dei capitali illeciti, costituisce una delle principali ragioni d’allarme che hanno spinto gli Usa a mettere la camorra in cima all’elenco dei gruppi criminali da combattere: prima ancora di Cosa nostra e della ‘ndrangheta calabrese, e accanto ai narcos messicani, alla mafia russa e alla Yazuka giapponese. Questo anche n virtù dei 25 miliardi di dollari di fatturato annuo stimato dagli esperti d’oltreoceano.

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