La Fincantieri di Palermo perde un appalto. Orlando: come mai?

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Calma apparente alla Fincantieri di Palermo. Il lavoro – per chi non è in cassa integrazione – non manca, considerato che gli operai della sede palermitana sono impiegati alla costruzione di 6 cassoni indispensabili per la rimozione della Costa Concordia naufragata il 13 gennaio scorso davanti l’isola del Giglio, provocando 30 morti e due dispersi.
Un modo con cui la sede nazionale della Fincantieri sembra intenzionata a tenere a bada tutti quegli operai che si domandano come mai il cantiere navale di Palermo continui a perdere appalti per le commesse di lavoro. Forse proprio perché è considerata un bocconcino allettante dagli imprenditori della cantieristica, Fincantieri Palermo poche settimane fa ha inanellato un altro insuccesso. L’azienda è stata esclusa per aver presentato certificazioni non idonee dall’appalto per la ristrutturazione del bacino galleggiante da 52mila tonnellate nel porto di Palermo. Un appalto da 45 milioni di euro, l’ennesimo che l’azienda navale perde per operai diretti e indotto palermitano.
A beneficiare dell’esclusione è stata la Cimolai della provincia di Pordenone, fornitrice di Fincantieri, che lo scorso febbraio ha vinto anche la gara d’appalto per il bacino galleggiante da 19mila tonnellate. Un ribasso del 27% sull’importo dei lavori che ammonta a circa 10 milioni di euro contro il «misero» 2% che aveva presentato Fincantieri Palermo. Ma la Cimolai, guarda caso, è anche un fornitore storico della Fincantieri. Socio di Cimolai è il cantiere Mariotti, cui vanno stranamente tante delle commesse che potrebbero andare a Palermo.
Entrambi i bacini galleggianti sono serviti per costruire la piattaforma petrolifera «scarabeo 8» di proprietà  della Saipem. Da allora sono rimasti inutilizzati. Dopo due anni di sciopero e crisi da parte degli operai, la Regione Siciliana – che ne è proprietaria – decide di pubblicare due bandi di gare per la ristrutturazione. Ma un destino troppo distratto ha voluto che la Fincantieri rimanesse fuori da queste gare pubbliche.
Per questo destino beffardo si stranisce l’assessore regionale alle Attività  Produttive, Marco Venturi, che dopo la notizia dell’esclusione al bando di Fincantieri, ha dichiarato: «Certamente colpisce il fatto che un’azienda leader a livello mondiale non abbia una documentazione completa». Anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando vuole vederci chiaro: «Chiederò alla magistratura di fare luce sul caso. Appare difficile comprendere come una azienda di queste dimensioni e con questo giro d’affari non abbia le carte in regola per partecipare ad un bando redatto, stando a quanto riferiscono gli Uffici della Regione, secondo la normativa europea».
Vogliono risposte soprattutto gli operai di Fincantieri: «L’azienda ha prodotto delle certificazioni per il bacino di 52mila tonnellate, ma non ha mai avuto risposte dalla Regione – dice Giuseppe Pirrotta, rsu della Fiom Cgil – Adesso, dopo aver perso anche quest’appalto, la nostra preoccupazione è la chiusura del cantiere. Tutto quello che sta succedendo ci ha davvero spiazzati. Da protagonisti di scioperi e lotte, oggi siamo spettatori di questo valzer tra Regione e Fincantieri. L’azienda sostiene che la Regione sia troppo zelante, la Regione dice che Fincantieri è troppo superficiale. Ma alla fine a pagare siamo noi lavoratori».
«Non è la prima volta che perdiamo gare d’appalto», dice Serafino Biondo anche lui della Fiom. «In questi ultimi due anni, i lavori di trasformazione che dovevano arrivare a Palermo improvvisamente sono stati dirottati a Bari al cantiere Mariotti, o in Croazia. Siamo ridotti a lavorare in un solo bacino: 150 operai sono in cassa integrazione. Dei 2000 lavoratori dell’indotto soltanto 100 lavorano. Senza una linea di costruzioni navali il cantiere è comunque chiuso». Proprio gli operai della Fincantieri giorni fa hanno protestato in modo simbolico le anomale perdite di questi appalti, occupando i bacini galleggianti.
Il giorno delle dimissioni di Lombardo – il 31 luglio scorso – l’Assessore regionale Venturi ha riunito un tavolo con i sindacati per discutere le sorti della Fincantieri Palermo. «Una riunione del tutto formale – continua Biondo – una delle tante a cui abbiamo assistito in questi anni. Le solite promesse tutte da verificare. Finiti i lavori per la Costa Concordia saremo nuovamente senza lavoro. Prevedo nuovi scioperi nel mese di novembre».


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