Ben Bernanke affila le armi “Occupazione Usa preoccupante pronti a misure non convenzionali”

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NEW YORK – Gli occhi della finanza mondiale erano tutti puntati ieri su Jackson Hole, Wyoming, nella suggestiva cornice delle Montagne rocciose, dove il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke ha spianato la strada a nuove misure «non-convenzionali» della banca centrale per stimolare l’economia americana. «È importante che si facciano ulteriori progressi, specie nel mercato del lavoro», ha detto Bernanke al consueto convegno annuale della Fed di Kansas City, ricordando la gravità  della situazione occupazionale «non solo per le enorme sofferenze e lo spreco di capitale umano, ma anche per i danni strutturali e duraturi sull’economia». Anche se il presidente della Fed non ha chiarito né i modi né i tempi della nuova manovra, molti analisti e operatori – a cominciare da Bill Gross, co-fondatore di Pimco, il colosso del reddito fisso – ritengono che nella prossima seduta del 12-13 settembre il Fomc, il comitato del credito della banca centrale, varerà  il cosiddetto QE3, cioè il terzo round del quantitative easing, comprando sui mercati bond e derivati in modo da aumentare la liquidità  del sistema, ridurre i costi dell’indebitamento e rilanciare gli investimenti. I due round precedenti, secondo uno studio citato ieri dallo stesso Bernanke, hanno immesso 2300 miliardi di dollari nel sistema finanziario scosso dalla crisi del 2008-2009 e permesso aumenti del 3 per cento del Pil e di 2 milioni di posti di lavoro. E la speranza è che anche le nuove misure accelerino la ripresa in modo da superare «una situazione economica ben lontana dall’essere soddisfacente», secondo le parole del presidente della Fed. Secondo gli ultimi dati governativi, infatti, tra aprile e giugno il Pil è cresciuto solo del 1,7 per cento: troppo poco per il riassorbimento della disoccupazione che resta al 8,3 per cento. Dopo un attimo di sbandamento, dovuto a una lettura frettolosa del discorso di Bernanke e ai bassi volumi di scambio della vigilia della festa del lavoro americano, i mercati finanziari hanno reagito in modo positivo alle indicazioni di Jackson Hole, cui si sono aggiunte anche notizie incoraggianti sulle misure anti-spread della Bce di Mario Draghi e sulla fiducia dei consumatori americani, il cui indice è tornato ai massimi degli ultimi tre mesi. Con l’unica eccezione di Londra (-0,2 per cento), le Borse europee hanno tutte chiuso in rialzo: Milano a +2,16 per cento, Parigi a +1, Francoforte a +1,09, Madrid +3,13. Acquisti anche a New York: Dow Jones +0,71%, Nasdaq +0,50%. In compenso, la prospettiva di un allentamento creditizio negli Stati Uniti ha portato nuovi timori sul fronte inflazionistico, con un relativo aumento delle quotazioni dei metalli, a cominciare dall’oro, e un indebolimento del dollaro nei confronti dell’euro. Eppure era stato lo stesso Bernanke a minimizzare, poco prima, i rischi delle misure “non convenzionali” come il quantitative easing. «Se analizzate con attenzione – aveva detto – queste misure appaiono del tutto gestibili e non devono quindi essere escluse in caso di necessità ». In alternativa al programma di QE3, la Fed potrebbe allungare al 2015 il livello attuale dei tassi d’interesse, che è praticamente pari a zero, o abbassare i rendimenti delle riserve delle banche.


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