Dal Brasile alla Cina e alla Serbia tutti gli aiuti pubblici al Lingotto

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Ci sono Stati che offrono pacchetti di sgravi fiscali impossibili da rifiutare, altri che pagano fino a diecimila euro per ogni posto di lavoro creato. Altri ancora che concedono finanziamenti a tasso agevolato per coprire fino all’85 per cento dei costi di costruzione delle fabbriche.
Anche nei paesi dove l’economia tira, la scelta dei luoghi in
cui realizzare gli stabilimenti è frutto di una sorta di asta in cui vince chi offre le agevolazioni migliori. Alla Fiat (come ai suoi concorrenti) gli aiuti di stato vengono offerti da tutti i governi, dagli Usa alla Cina, dalla Serbia al Brasile. Ecco una panoramica delle agevolazioni ottenute recentemente dal gruppo di Torino nei diversi Paesi del mondo.

BRASILE
Tassi agevolati e bonus fiscali per diventare leader in Sud America    


LA COSTRUZIONE del nuovo stabilimento nello stato di Pernambuco è stata la prima occasione di polemica tra Sergio Marchionne e il ministro Corrado Passera. Il governo brasiliano finanzierà  con un tasso agevolato fino all’85 la realizzazione della nuova fabbrica che costerà  2,3 miliardi di euro. Inoltre la casa torinese otterrà  vantaggi fiscali per cinque anni a partire dalla data di avvio della produzione. Finanziamenti e agevolazioni erano già  stati ottenuti nei decenni scorsi dalla Fiat Brasiliana quando era stato realizzato il primo stabilimento, quello di Belo Horizonte nello stato del Minas Gerais. In Brasile il Lingotto ha realizzato uno degli investimenti più redditizi diventando il primo produttore di automobili nell’America del Sud, il mercato che spesso ha sopperito con le sue performance positive ai cali delle vendite registrati in Europa.

SERBIA
 Fondi da Belgrado e dalla Bei ma operai pagati 400 euro al mese    


LO STABILIMENTO serbo di Kragujevac è stato il primo dove sono stati dirottati modelli inizialmente previsti in Italia. In Serbia finisce infatti, nel luglio del 2010, la produzione del modello L0, quello che oggi si chiama 500 L. Il governo di Belgrado mette sul piatto 250 milioni mentre la Bei, la Banca europea degli investimenti, contribuisce con un prestito di 400 milioni alla ricostruzione post-bellica dello stabilimento dell’ex Zastava. La Fiat mette subito 350 milioni e ottiene fino a 10 mila euro per ogni operaio assunto, oltre ai vantaggi di una zona franca fiscale per 10 anni. Inoltre i dipendenti vengono pagati tra i 300 e i 400 euro al mese. Un vantaggio competitivo notevole anche se, ha ricordato Marchionne nell’intervista a Repubblica, nonostante tutte queste agevolazioni la 500 L costerà  di più dei modelli prodotti dai concorrenti.

STATI UNITI
Dalla Casa Bianca 7,6 miliardi per il salvataggio di Chrysler    


L’OPERAZIONE Chrysler è uno dei più clamorosi casi di finanziamento pubblico nella patria del liberismo. Nel 2009 l’amministrazione Obama (insieme al governo canadese) finanzia con un grande prestito il salvataggio di Gm e Chrysler. Quest’ultima passa attraverso il fallimento pilotato e ottiene dai due governi 7,6 miliardi di dollari che vengono restituiti nel maggio del 2011. Il prestito viene concesso tra le polemiche dei repubblicani (anche se la pratica era stata avviata dal Presidente Bush negli ultimi giorni della sua presidenza). Marchionne festeggia a Auburn Hills la restituzione del prestito con una cerimonia alla presenza dei dipendenti. Anche i sindacati aiutano la Fiat rinunciando allo sciopero fino al 2015 e accettando il dimezzamento delle paghe per i neoassunti.

INDIA
 Meno tasse per il costruttore e sconti per chi acquista auto    


L’AREA di Pune è il cuore della presenza Fiat in India. Uno stabilimento da 650 milioni di dollari realizzato per produrre le utilitarie del gruppo di Torino. Come agli altri marchi presenti in zona, l’insediamento nel paese ha fruttato alla Fiat soprattutto vantaggi fiscali e sconti sui finanziamenti per l’acquisto di automobili che favoriscono chi produce nel paese rispetto ai costruttori importatori. In India la Fiat è alleata con Tata anche se negli ultimi mesi le difficoltà  commerciali della casa di Torino hanno suggerito una parziale divisione delle reti di vendita tra i due gruppi. A Pune le potenzialità  produttive sono molto alte: 200 mila auto all’anno e 100 mila motori. Attualmente è sfruttata solo una parte di questa capacità  produttiva ma ci sono progetti per una ulteriore espansione.

CINA
 “Un’offerta da non rifiutare” e la fabbrica cambia regione    


LA VICENDA dello stabilimento di Guangzhou nella provincia cinese dell’Hunan è una di quelle storia che dimostrano in modo proverbiale come la concorrenza a colpi di incentivi sia scatenata anche all’interno del Paese della grande Muraglia. La fabbrica che da poche settimane produce la Viaggio, l’auto del gruppo Fiat destinata alla Cina, doveva essere aperta a Canton, la città  dove ha storicamente sede la Gac, il socio cinese del Lingotto. Ma il governatore di Hunan ha organizzato un vero e proprio blitz, come se operasse nel calcio mercato e ha convito Marchionne e i dirigenti Gac a colpi di incentivi e sgravi fiscali. «Un’offerta che non si poteva rifiutare», hanno commentato a Torino per spiegare la nuova localizzazione dello stabilimento, 630 milioni di euro di investimento e in prospettiva 3.000 dipendenti.


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