“Francia, piano di risanamento in due anni”

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PARIGI — Due anni per risanare i conti pubblici e tornare alla crescita economica. Franà§ois Hollande fissa una scadenza per l’operato del governo socialista che deve presentare tra poche settimane la Finanziaria del 2013. «Non voglio lasciare ai miei figli e ai miei successori il peso del debito della Francia» ha spiegato ieri sera il presidente, nella sua prima intervista dopo l’estate e dopo la fine della luna di miele con gli elettori registrata nei sondaggi. Secondo una ricerca pubblicata ieri dal Journal du Dimanche, il 58% dei cittadini è insoddisfatto della nuova presidenza. Tranquillo e sorridente, il capo dello Stato ha deciso di andare a Tf1 all’ora di cena, nel principale telegiornale del paese, per «dare le risposte che chiedono i francesi». Un modo di prendere in contropiede chi vede in lui un difetto di leadership. «Devo impostare il corso e il ritmo – ha spiegato – per combattere l’alto tasso di disoccupazione, la perdità  di competitività  e un deficit grave».
Posato e agguerrito davanti all’intervistatrice, Hollande ha cercato di smentire chi lo accusa di aver sottovalutato la gravità  della crisi economica. «Dobbiamo fare uno sforzo straordinario» ha ammesso Hollande, annunciando che la prossima Finanziaria sarà  di 30 miliardi di euro. «Una cifra eccezionale nella storia della nostra République ». Hollande ha spiegato che le tasse aumenteranno l’anno prossimo per un totale di 10 miliardi di euro a carico delle famiglie e di altri 10 miliardi a carico delle imprese. Sulle famiglie il governo ha deciso in particolare un aumento delle tasse per i nuclei familiari attraverso la fine dell’indicizzazione dell’imposta sul reddito, con una tassa eccezionale del 75% sulle parti di reddito che oltrepassano il milione di euro: e a questo proposito, Hollande ha sottolineato che «non ci saranno eccezioni» né per artisti né per calciatori. Previsto anche l’allineamento della tassazione dei redditi da capitale su quella dei redditi da lavoro. Gli altri 10 miliardi arriveranno da tagli alla spesa pubblica, tranne quelli dei settori dell’istruzione e della sicurezza. «Lo Stato non spenderà  un euro di più nel 2013 rispetto al 2012», ha ribadito Hollande. L’aumento di effettivi nel settore della scuola, promessi in campagna elettorale, dovrebbero essere compensati in altri ministeri. Il leader socialista ha difeso un piano tutto improntato all’austerity. «Era necessario», ha continuato il presidente socialista, senza tuttavia abbandonare il suo cavallo di battaglia elettorale: il rilancio dell’economia. «È la stessa ricetta che ho proposto all’Europa» ha ricordato Hollande, riconoscendo che la congiuntura è in rapido peggioramento.
La previsione di crescita del governo per il 2013 è stata infatti abbassata allo 0,8% mentre la disoccupazione è salita sopra alla soglia dei 3 milioni di senza lavoro. Il capo dello Stato ha confermato alcune delle riforme annunciate, come quella per una maggiore flessibilità  del mercato del lavoro ma è sembrato poco convincente sulle misure per contrastare i piani di ristrutturazione annunciati da grandi gruppi, da Air France a Psa. Hollande ha risposto anche alle critiche sulle espulsioni dei rom e sulla tolleranza zero nelle banlieue che, secondo alcuni commentatori, ricordano quelle attuate dai precedenti governi. «La sicurezza è di sinistra – ha replicato – non vedo motivi di abdicare su questo tema». Quattro mesi dopo la sua elezione, il governo socialista ha perso gran parte dei consensi. «Ero preparato a questa situazione – dice Hollande – ma sono stato eletto per cinque anni». La scadenza ideale delle riforme per combattere la disoccupazione e rilanciare la crescita è il 2014, ha annunciato il leader socialista.


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