Il deficit di Madrid oltre il previsto: nel 2012 volerà al 7,4%
Con l’apparente assenso europeo, però, queste ulteriori spese non entreranno nel conteggio dell’Eurogruppo per il rapporto deficit/Pil della Spagna. I miliardi di aggravio (spalmati su due anni) andranno direttamente nel debito senza ufficialmente passare dal deficit. Un luminoso esempio di eurocontabilità creativa. Ieri, mentre migliaia di persone tornavano a manifestare contro l’austerità (foto) nel centro della capitale e davanti al Parlamento (in tarda serata teatro di nuovi scontri con la polizia) il ministro del Tesoro, Cristobal Montoro ha spiegato che il deficit 2011 dell’8,9%, considerando gli aiuti dati alle banche, sale in realtà al 9,4%. Lo stesso quest’anno: il rapporto deficit/Pil dovrebbe essere del 6,3% come concordato con i guardiani della moneta unica europea, ma per effetto delle uscite a sostegno delle banche diventerà del 7,4%. Niente panico, però, il maggiore deficit c’è, ma non c’è. «Si tratta di esborsi una tantum — ha sostenuto Montoro — che non vanno conteggiati come un’infrazione Ue per deficit eccessivo». Secondo lo «stress test» effettuato dalla società di revisione Oliver Wyman le sofferenze bancarie spagnole ammontano a 59,3 miliardi. Almeno 15 miliardi dovrebbero rientrare nelle casse statali in quanto prestiti alle banche salvate. Altri potrebbero tornare con un’oculata gestione del Banco Malo che si farà carico degli immobili invenduti e li rimetterà sul mercato al momento opportuno. Quel che conta, comunque è il silenzioso assenso della Ue.
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