La Fed inonda il mercato di liquidità 

Loading

NEW YORK — 40 miliardi al mese di acquisti di bond, che diventano più del doppio (85 miliardi) sommandoli a quel che sta già  facendo: la Federal Reserve lancia un’altra iniziativa “aggressiva”. Torna a pompare liquidità , per tentare di curare il male oscuro dell’economia americana. Stavolta con un messaggio ancora più espansivo: annuncia che questa politica continuerà  ad oltranza, senza limiti temporali, fino a quando la ripresa non si tradurrà  nel pieno impiego. à‰ il segnale che attendevano i mercati, Wall Street reagisce con un forte rialzo e segna nuovi record. L’indice Dow Jones vola a quota 13.506,9 punti, come prima della crisi del 2007. E il Nasdaq addirittura scavalca quota 3.154 punti, raggiungendo i livelli precedenti lo scoppio dallo scoppio della bolla speculativa della new economy nel 2000. à‰ un appoggio prezioso per Barack Obama, ancorché tardivo, a soli 50 giorni dal voto. Il banchiere centrale Ben Bernanke, repubblicano, ignora critiche e minacce lanciate contro di lui da Mitt Romney. Se il 6 novembre Romney vincesse l’elezione, Bernanke perderà  il suo incarico a fine mandato. Pazienza, la Fed fa quello che sta scritto nei suoi statuti, persegue crescita e piena occupazione. O almeno ci prova. Perché nell’annuncio dato ieri sul “quantitative easing numero 3”, le nuove operazioni di espansione del credito all’economia, c’è un’implicita autocritica e una velata ammissione d’impotenza. La Fed riconosce di avere sottovalutato fin qui la debolezza di fondo dell’economia americana. Anche se gli Stati Uniti vantano un aumento del Pil del 2% (contro la crescita negativa dell’eurozona), anche se il loro tasso di disoccupazione è “solo” all’8% (contro l’11% della forza lavoro nell’eurozona) questa ripresa resta anomala per la sua lentezza. In fasi post-recessive, normalmente l’economia cresce molto più in fretta, e il riassorbimento della disoccupazione è più rapido. Ma questo non è un dopo-recessione qualsiasi, siamo nella convalescenza di una crisi sistemica della finanza. Bernanke individua il punto debole nel mercato immobiliare: fu questo il settore all’origine della crisi, e tuttora non è completamente guarito dall’eccesso di debito (che continua a generare insolvenze, pignoramenti). Perciò il “quantitative easing numero 3” — che si aggiunge ai 2.300 miliardi di dollari di titoli acquisiti dall’inizio della crisi — avrà  un bersaglio mirato: la Fed con questi 40 miliardi al mese non comprerà  titoli del Tesoro bensì obbligazioni emesse dagli istituti semi-pubblici di credito immobiliare come Fannie Mae e Freddie Mac. Bernanke spera che i 40 miliardi abbiano un impatto sugli interessi dei mutui, e finiscano nelle tasche di famiglie che devono rimborsare debiti pregressi o comprare nuove case. Anche sui tassi direttivi della banca centrale il messaggio è chiaro: resteranno inchiodati ai minimi storici (praticamente zero) almeno fino alla metà  del 2015. E la Fed accenna alla possibilità  di espandere l’armamentario dei suoi strumenti, comprando titoli di altra natura. Questo perché la banca centrale ha una “grave preoccupazione”: il mercato del lavoro. Finché il miglioramento non sarà  netto per i disoccupati, la politica monetaria si adoprerà  per esplorare tutte le sue possibilità . Detto ciò Bernanke non si fa illusioni: “La politica monetaria non può curare tutti i mali”. Il presidente della Fed richiama le altre istituzioni al loro dovere: la politica di bilancio è paralizzata, nei veti incrociati fra Casa Bianca e Congresso. Per quanto la banca centrale si sforzi di dare fiducia all’economia garantendo credito abbondante e a buon mercato, c’è una grave incognita fiscale che grava sull’America. Nello stallo politico attuale fra un presidente democratico e una Camera a maggioranza repubblicana, a meno di sorprese scatterà  a dicembre una “mannaia automatica” di tagli di spese e aumenti d’imposte, con un effetto restrittivo sulla crescita. La politica monetaria espansiva della Fed ha consentito da sola di creare oltre due milioni di posti di lavoro nel dopo-crisi; la manovra di investimenti pubblici di Obama vi aggiunto altri due milioni e mezzo; ma nella recessione erano stati distrutti 9 milioni di posti e quindi la metà  manca ancora all’appello. I repubblicani accusano la Fed di alimentare inflazione (anche se non ve n’è traccia sugli schermi radar) e di non difendere il dollaro. Su quest’ultimo punto non hanno tutti i torti. Uno dei primi risultati dell’annuncio di Bernanke, è che il dollaro ha ripreso a cedere terreno su quasi tutte le monete. Si chiama svalutazione competitiva, e ha avuto qualche beneficio nella graduale re-industrializzazione americana.


Related Articles

Il premier, il piano privatizzazioni e «quota 90»

Loading

Dalle cessioni l’ipotesi di incassare 140 miliardi per ridurre il debito pubblico

Cnh, no degli azionisti a Industrial Marchionne: “La fusione si farà ”

Loading

TORINO — I soci di Cnh non gradiscono le condizioni fissate da Marchionne per la fusione con Fiat Industrial. E dunque non sottoscrivono la proposta del Lingotto. Oggetto del contendere la valutazione delle azioni, il concambio e il fatto che la proposta della Fiat, presentata il 30 maggio scorso, non preveda alcun premio per gli azionisti.

In Italia 100 minori morti ogni anno per incidenti domestici

Loading

In Italia gli incidenti rappresentano la prima causa di morte e di disabilita’ nella fascia d’eta’ tra 1 e 14 anni e quelli domestici costano la vita a circa 100 bambini ogni anno

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment