Le grandi aziende non sentono la crisi
Il fatturato totale delle 500 più grandi società della regione è passato da 612 a 707 miliardi di euro, un aumento del 16 per cento, ma il loro rendimento è sceso del 3,5 per cento. “Questo può preannunciare un imminente rallentamento, ma non può di certo essere definito come un sintomo della crisi”, osserva un analista di Deloitte. Tuttavia la situazione potrebbe aggravarsi in caso di crollo dell’euro, avverte il quotidiano economico:
La Slovacchia e la Slovenia, che pagano in euro, sono attualmente fra i paesi più minacciati. Ma a causa dell’alto livello di integrazione economica anche i paesi che hanno mantenuto le loro monete nazionali sarebbero in pericolo.
Deloitte, che pubblica il rapporto annuale dal 2006, osserva anche che la crisi potrebbe coinvolgere delle imprese ancora in buona salute ma già colpite dal rallentamento dell’economia. Le imprese bulgare e romene (come Petrom e Automobile-Dacia) sembrano più vulnerabili, mentre quelle polacche (per esempio le compagnie petrolifere Pkn Orlen e Lotos) sembrano più solide.
Le principali forze economiche ceche come Skoda Auto, la compagnia elettrica nazionale ÄŒez e Agrofert (agroalimentare) hanno progredito meno rapidamente delle imprese slovacche (Slovnaft, US Steel Ko*ce), ma ottengono comunque profitti doppi rispetto alla media della regione.
Related Articles
Giù benzina e gasolio, carovita fermo all’1,7%
Il calo degli acquisti «congela» l’inflazione. I consumatori: attenti allo scalino Iva
Melfi, dopo la festa arrivano i malanni
Non c’è pace per gli operai della Fiat. Dopo la kermesse con il premier Mario Monti, Bonanni e Angeletti, il Lingotto riserva a Melfi una doccia gelata: cassa integrazione per il 2013 e 2014 FIAT Cassa a rotazione di 2 anni per ristrutturare
Italia in crisi, il Tesoro corre ai ripari e convoca il Comitato per la stabilità