«Ricostruiamo l’economia». Ora tocca a Obama

by Sergio Segio | 2 Settembre 2012 12:24

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Si apre domani a Charlotte, nella Carolina del nord, la convention del Partito democratico in cui il presidente parlerà  all’America in vista delle presidenziali del 6 novembre. Obama punta a dare una scossa a quei sondaggi che oggi lo vedono barcollare sul bordo della rielezione. Nell’ultimo, realizzato da Reuters/Ipsos venerdì sulla scia degli entusiasmi repubblicani per la chiusura della convention del partito a Tampa, Obama è fermo al 52%, Romney è al 50%. Lo sfidante è in leggera rimonta, ma senza balzi. Ai due restano dieci settimane di campagna elettorale. A Charlotte, Obama chiederà  soprattutto tempo, altri quattro anni per far meglio di quanto abbia fatto finora, dopo aver deluso parte del suo elettorato. Il presidente corre contro non Romney, confermatosi un candidato debole anche a Tampa, ma contro un’economia che continua a scricchiolare, una disoccupazione che scende restando troppo alta, a troppe promesse non mantenute, dagli investimenti sulle energie pulite a un cambiamento vero delle regole per l’alta finanza. «Come si volta pagina su un decennio di guerra, così è tempo di dedicarsi a una sorta di ricostruzione del Paese, a casa», ha anticipato Obama ieri nel discorso radiofonico del sabato; insomma, chiuso con l’Iraq, è tempo di fare la stessa cosa con l’economia. Perché è una battaglia che, se persa, fa perdere la guerra. Per recuperare terreno tra i suoi sostenitori, il presidente dovrà  ridare un senso a quelle parole che nel 2008 lo portarono alla Casa Bianca, cambiamento e speranza. La prima notizia buona per lui è arrivata dall’Ohio, uno dei tre stati considerati chiave per la rielezione. Un giudice federale ha deciso che qui l’ early voting – la possibilità  di votare in anticipo – sarà  possibile anche nei tre giorni precedenti il voto del 6 novembre. Lo stato aveva cambiato la legge, vietando questa scelta e affidando il voto soltanto al martedì. Ma recarsi alle urne il sabato, o la domenica o il lunedì è quello che ha fatto in passato una fetta importante dell’elettorato democratico, in genere cittadini di colore o con basso reddito. Nel 2008, dei 200mila elettori che hanno votato Obama, oltre 90mila aveva votato prima del martedì. A Charlotte, ci sarà  poi una partecipazione record di delegati gay, secondo quanto riferisce Stonewall Democrats, una rete di associazioni gay e lesbiche democratiche, un segnale importante per il presidente che ha aperto al riconoscimento dei matrimoi gay. Prima della chiusura di Obama, a Charlotte si alterneranno le stelle del presidente. Cominciando dalla moglie Michelle, che ispirerà  la convention dopo il discorso ufficiale del leader della maggioranza al Senato, Harry Reid. A conferma dell’apertura dell’Amministrazione alle minoranze, il sindaco di San Antonio, Julian Castro, sarà  il primo politico ispanico a pronunciare il discorso più importante, il keynote speech . E Obama, giovedì sera, sarà  introdotto dall’ex presidente Bill Clinton, ancora stella pop del firmamento democratico.

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