Occupy ora vuole un partito “Questa volta lo votiamo ma tra quattro anni tocca a noi”

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«Vorrei vedere Barack Obama salire sul palco e dire: ok, questi primi quattro anni sono stati duri, ho dovuto rimangiarmi quello che avevo promesso e a volte venire perfino meno ai mie principi. Ma se mi date altri quattro anni, vedrete: questa volta non vi deluderò».
Il presidente degli Stati Uniti s’appresta a salire sul palco di Charlotte per il discorso che gli può costare la rielezione, e l’ultima persona che ti aspetteresti di vedere dargli dei consigli è questo signore che dal Canada ha lanciato il movimento che assedia questa e altre dieci, cento, mille Convention. Kalle Lasn, 70 anni, è il papà  di Occupy Wall Street, l’ideatore dello slogan forgiato sulla rivista alternativa Adbusters, l’uomo che da Vancouver ha fatto scendere in piazza milioni di persone in tutto il mondo. E adesso – annuncia al telefono con è pronto al prossimo passo: il lancio di un partito vero. Occupy Party.
Tra le due convention, intanto, Occupy ha urlato un altro slogan: il voto non serve, sono le corporation a decidere tutto, destra e sinistra
«La verità  è che il sistema dei due partiti non funziona più. E per la prima volta nella storia d’America la gente sembra finalmente accorgersene. Io le chiamo CocaCola- Pepsi Elections: quello che bevi ha lo stesso sapore».
«Ma stavolta non è come ai tempi di Ralph Nader o Ross Perot. Penso a un vero partito. In Europa hanno fondato e va forte il Pirate Party. Io penso a qualcosa di diverso. Al Blue, Green & Black Party. Blu come la trasparenza e Internet, Verde perché si prende cura dell’ambiente e Nero per la rabbia nei confronti delle corporation».
«Ma non solo Occupy, non solo giovani. La gente non ne può più: troppa Coca, troppa Pepsi. In quattro anni ci facciamo una Convention tutta nostra».
Parla di declino: non è lo stesso linguaggio della destra?
«Mai sentita, emotivamente parlando, grande differenza tra i Tea Party, per esempio, e Occupy. Entrambi nati dal disastro: è il sistema che non funziona».
Insomma un partito che parte da Occupy e arriva a Ron Paul.
«Lui magari no ma tanta gente che avrebbe votato per lui. Ci sarà  una grande battaglia, una battaglia delle idee. Vincerà  la migliore ».
Non teme invece l’esplosione della violenza? Charlotte è in stato d’assedio per Occupy.
«La possibilità  c’è sempre: ma non ci credo. Nell’ultimo anno è stata la polizia a farsi sfuggire la situazione. La brutalità  voluta da Mike Bloomberg a Zuccotti Park è stata una lezione seguita altrove: hanno cercato di piegare il movimento con l’intimidazione».
«Abbiamo parlato tanto di Occupy Wall Street. Ora è tempo di Occupy Main Street. Sì, aspettiamoci un bel po’ di battaglia ancora a Wall Street, il 17 settembre è il primo anno. E poi occhio: quella stagione sarà  finita ma guardate quello che succede globalmente, le battaglie dei giovani in Messico, la Grecia, le Pussy Riot in Russia».
In America, però, i quattro anni di Obama rischiano di essere cancellati da Mitt Romney.
«Ma se cammina come un robot… Al contrario: se perde sarà  il collasso dei repubblicani. Barack almeno è intelligente, funziona in Al fianco di Romney è arrivato da Hollywood un libertario come Clint Eastwood.
«Devo ammettere che è stato grande. La politica è diventata tutto uno script, tutto controllato, e vedere questo signore improvvisare sul palco, senza teleprompter: è stato davvero l’unico momento Sembra più attratto dallo show che dai contenuti.
«Immaginate i giovani di Occupy che entrano nelle convention di tutto il mondo e come segno di protesta, zac, via il teleprompter, via il suggeritore proprio prima che Obama, Romney o qualsiasi altro big cominci a leggere… Ecco, adesso diteci come la pensate veramente, adesso fateci sentire che cosa avete dentro».
Nell’attesa la diamo o no una mano a Barack? Sarebbe pronto a votarlo o no?
«Se facesse quel discorso, se ammettesse che in questi quattro anni si è rimangiato tutto…. Ma tornando alla realtà , sì, molta gente di Occupy lo voterà  comunque: ma senza più un briciolo di entusiasmo Vorrei che il presidente dicesse: scusate, ho dovuto rimangiarmi molte promesse ma datemi un’altra chance. Rispetto a Mitt Romney almeno Barack è intelligente, funziona in tv e lo straccerà  nei dibattiti


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