Vertici eletti e via i militari Nasce la nuova Croce Rossa

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ROMA — Un’associazione indipendente, dalla struttura più snella e moderna, probabilmente smilitarizzata. Da ente di diritto pubblico si trasformerà  gradualmente in associazione privata di interesse pubblico non più finanziata automaticamente dallo Stato ma attraverso gli accordi e le sue attività . Il riordino dovrà  essere completato entro il 2017 secondo il decreto legislativo approvato ieri dal Consiglio dei Ministri. Svolta «storica» per la Croce Rossa Italiana che ha come scopo l’assistenza sanitaria e sociale in pace e in guerra, sottoposta alla vigilanza di tre ministeri, Salute, Economia e Difesa. Commissariata 8 volte dal 1982, al centro di critiche feroci: «carrozzone di raccomandati», «macchina di sprechi», bilanci poco chiari. Si era perfino pensato di smantellarla e inglobarla nella Protezione Civile.
Il decreto dovrebbe condurre, con un lento processo, a un rinnovamento radicale. Decisione accolta da commenti prudenti da parte di alcune figure che hanno partecipato alla vita della Cri. Per l’ex commissario Maria Pia Garavaglia, oggi senatrice del Pd, è «un passo avanti però la riorganizzazione deve essere tempestiva». E il segretario dei democratici, Pierluigi Bersani: «Ci auguriamo che anche bruciando le tappe si faccia presto». Da Domenico Gramazio, Pdl, sì con riserva: «Un atto necessario. Bisogna evitare un nuovo commissariamento». E ancora: «Resteremo vigili. Al centro dell’attenzione devono rimanere i lavoratori».
Il testo, presentato dal ministro della Salute Renato Balduzzi, ha tenuto conto dei pareri di Camera e Senato. Di nuovo ieri mattina alcune sigle sindacali (Fp Cisl) sono scese in piazza. I lavoratori, fra i quali un migliaio di militari e circa 3 mila civili, secondo il segretario Daniela Volpato, rischiano di restare a spasso. Il giorno precedente Balduzzi aveva rassicurato le categorie: «Massima salvaguardia per le risorse umane, rispetto della storia della Croce Rossa».
Il problema di fondo è rendere compatibile l’attuale struttura con i principi di indipendenza e autonomia previsti dalla Convenzione di Ginevra. Un’impostazione che non collima con la presenza di un Commissario. L’obiettivo del decreto è inoltre modernizzare un organismo elefantiaco e dalla gestione molto dispendiosa, suddiviso in sei gruppi: volontari del soccorso, comitato femminile, pionieri, infermiere, donatori di sangue, corpo militare.
La smilitarizzazione è un altro dei punti controversi. È previsto che degli attuali 1.200 militari ne restino in servizio 200 o 300, col passaggio degli altri al ruolo civile. Una fase intermedia perché il personale militare scomparirà  definitivamente. Questa norma aveva spaccato la maggioranza e il governo quando se ne era discusso una settimana fa in Commissione Difesa della Camera. Il sottosegretario Gianluigi Magri si era espresso a favore del mantenimento dello Status, in aperto contrasto con i ministeri di Salute e Economia. Già  la finanziaria indicava il corpo militare in esaurimento. Il commissario attuale, Francesco Rocca, scadrà  alla fine di quest’anno. Saranno a quel punto i volontari ad eleggere il presidente e le altre cariche. Sei mesi più tardi sarà  approvato il nuovo statuto. Nel 2014 nascerà  un’associazione privata di interesse pubblico. Il vecchio ente Croce Rossa sarà  sciolto a fine 2016. Fino ad allora gestirà  l’immenso patrimonio immobiliare («Non sanno neppure loro a quanto ammonta», dice Gramazio).
Per Rocca è l’avvio di una nuova fase: «Un momento storico. Nasce la Cri del domani. L’associazione non sarà  più condizionata, ma autonoma. Ci riposizioniamo nell’ortodossia del movimento internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa».


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