Bimbo conteso, denunciati la zia e il nonno

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ROMA — Non si fa toccare, non si è neppure cambiato. Indossa ancora la stessa tutina del video-shock, la felpa e i pantaloni azzurri della mattina in cui la polizia è a andato a prenderlo alla elementare di Cittadella, nel Padovano, per allontanarlo dalla madre e consegnarlo al papà , su ordine del giudice. Ora è in una casa famiglia. «Io me ne voglio andare. Voglio la mamma», dice all’onorevole Alessandra Mussolini, presidente della commissione parlamentare per l’infanzia, che lo ha incontrato, dopo una telefonata polemica col ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri. «Non riuscivo a entrare e lei mi ha detto: chiami il Guardasigilli, Severino». Quando finalmente è riuscita a vedere il bambino, Mussolini lo ha trovato «a disagio». «Ha paura degli adulti », dice. Lui si è lamentato: «Mi fa male la schiena». Forse per gli strattoni durante il “prelievo” disposto dalla Corte d’appello di Venezia. «Un provvedimento inevitabile — affermano i magistrati — in cui l’esecuzione è sfuggita di mano».
Dieci anni, trascinato a terra e portato via con forza. Di questo si «rammarica» il ministro Cancellieri, che tuttavia non esprime giudizi e aspetta «gli esiti dell’inchiesta » interna disposta dal Viminale. Arrivano le scuse del governo. «Il comportamento dei poliziotti intervenuti non è sembrato adeguato ad un contesto ambientale difficile e ostile, che avrebbe potuto suggerire altre modalità  operative », ammette il sottosegretario Carlo De Stefano. Sull’episodio indaga anche la procura della Repubblica di Padova. Nel mirino ci sono gli agenti, ma sotto accusa finiscono pure il nonno e la zia del piccolo, l’autrice del filmato diffuso in tv. Sono stati denunciati per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale: esiste un altro video, girato dalla polizia scientifica, una sequenza di fotogrammi che narra un altro copione, in cui i familiari difendono con foga il bimbo, opponendosi agli agenti. È stato consegnato alla magistratura. In questi due “racconti” si cerca la verità .
Il capo della polizia, Antonio Manganelli, ha chiesto i risultati dell’indagine interna in tempi brevissimi. «L’operato dei miei uomini è stato cristallino — dichiara
il questore di Padova Vincenzo Montemagno — il ragazzino ha avuto una reazione violenta e il padre lo ha afferrato per i piedi, gli agenti sono intervenuti a sollevarlo da terra». Il governo ha comunque fornito una prima ricostruzione dei fatti. Il sottosegretario De Stefano ha spiegato che dopo due tentativi falliti a casa, «l’assistente sociale ha ritenuto di procedere nell’area antistante la scuola». «Gli operatori sanitari hanno chiamato il padre, che è riuscito con fatica a condurre il figlio che urlava fuori dell’aula. Due agenti hanno fronteggiato i parenti, mentre un terzo cercava di aiutare il papà  a condurre il bimbo nell’auto ». Non ci sono né lividi né ecchimosi, afferma lo psichiatra Rubens De Nicola. Il presidente del Senato, Renato Schifani, commenta: «Abbiamo visto un bambino strappato alla propria serenità ».


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