Corruzione, dubbi tra i magistrati. L’Anm: “Serve una legge vera”

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ROMA — «Irrinunciabile» per Severino. Da «immediata fiducia » per Fini. Da «votare com’è visto che Guardasigilli ha fatto le modifiche richieste» per Cicchitto. Parliamo del ddl anticorruzione, su cui il pressing per accelerare i tempi si fa sempre più insistente. Ma cresce del pari il fronte trasversale di chi teme l’effetto boomerang e prende le distanze in anticipo da una legge che presenta evidenti “buchi”, ma ormai va approvata com’è. Mancano l’auto-riciclaggio, un più severo falso in bilancio, la prescrizione lunga, l’immediata incandidabilità  (non per delega) per garantire liste pulite soprattutto dopo tanti scandali, una concussione punita come adesso e non ammorbidita, il voto di scambio che Vizzini sollecita. Sono in allarme le toghe, e un messaggio in lista di Ezia Maccora — Md, gip a Bergamo, ex Csm, ora Anm — riscuote adesioni e consensi anche a Palermo (i pm Teresi e Gozzo). Lei chiede che l’Anm, il 27 ottobre, metta in fila i punti che non vanno e chieda una legge «vera e non un simulacro». Non è detto che lo faccia il Csm, dove c’è grande incertezza sull’opportunità  di approvare un sintetico parere.
Alla vigilia della settimana decisiva al Senato per il destino del ddl, i fatti nuovi sono tre. È quasi certo che si deciderà  di stralciare l’articolo sui magistrati fuori ruolo. Troppi ancora i dissidi. Il ministro della Giustizia, nel tentativo di salvare quel che resta del famoso emendamento Giachetti, ha convocato una riunione con i referenti giustizia della Camera — Costa (Pdl), Orlando (Pd), Rao (Udc) — per arrivare a un’intesa che regga a Montecitorio. Ma le divergenze sono tali — tra i perplessi ci sarebbe pure il Colle che teme possibili profili di incostituzionalità  â€” che, come ha suggerito Berselli (Pdl), sarebbe meglio soprassedere. Peraltro la questione delle toghe fuori ruolo potrebbe rientrare nel ddl sull’incandidabilità  dei giudici in attesa al Senato.
Il secondo dato è quello della pressione per approvare il testo il prima possibile. Dice il Guardasigilli: «È un obiettivo che non possiamo mancare, ce lo chiede non solo l’Europa, ma anche la gente per bene». E poi il presidente della Camera: «Si approvi la prossima settimana, si metta la fiducia perché si è perso fin troppo tempo, anche se non dobbiamo aspettarci effetti miracolistici ». Severino replica che sulla fiducia «niente è ancora deciso », ma il consiglio dei ministri l’ha comunque autorizzata.
Il terzo dato è la crepa dei dubbi che si allarga. Pure nel Pdl. Dichiara Pecorella, l’ex avvocato di Berlusconi: «Non basta che si chiami anti-corruzione perché una legge sia buona. È incomprensibile che Severino si sia rifiutata d’inserire l’auto-riciclaggio ». Secco il Pd Casson: «La voteremo ma è incompleta e insufficiente ». Polemico l’Idv con Belisario e Palomba. Quest’ultimo arriva al sarcasmo: «Basta con la disinformazione. Si ritorni ai massimi di pena della concussione per induzione e si tolga la punibilità  della vittima dell’induzione; si aumenti la prescrizione; si aggiunga l’auto-riciclaggio. L’Europa che non ci chiede di far prescrivere per legge tanti processi». Poi un quesito intrigante: «Ma chi ha interesse a farli prescrivere?».


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