Cuba, arrestata la blogger anti-Castro

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LA BLOGGER più famosa di Cuba, Yoani Sanchez, è stata fermata nella serata dell’altro ieri mentre insieme al marito e a un fotografo cercava di raggiungere Bayamo, cittadina nella provincia di Granma, all’estremo est dell’isola, dove ieri ha avuto inizio il processo contro Angel Carromero, il giovane dirigente del Partito Popolare spagnolo che guidava l’auto nella quale è morto il 22 giugno scorso, in seguito ad un incidente, il leader cristiano della dissidenza cubana Oswaldo Payà .
Yoani Sanchez, che è stata recentemente nominata “corrispondente” dall’isola dal quotidiano spagnolo El Paìs, si recava a Bayamo per seguire e raccontare il processo ma è stata intercettata dalla polizia e trattenuta in isolamento in un commissariato. Il primo a dare la notizia dell’arresto è stato un blog ufficiale dell’isola ma poi nella giornata di ieri se ne avuta la conferma perché la blogger dissidente ha potuto chiamare alcuni familiari avvisando che si trovava in un posto di polizia. Insieme a Yoani nel pomeriggio dell’altro ieri sono stati fermati nella zona di Bayamo altri dissidenti – una trentina secondo Elizardo Sanchez, presidente della Commissione per i diritti umani – alcuni dei quali rilasciati dopo poche ore. Fonti ufficiali sostengono che la Sanchez aveva «intenzioni provocatorie» e voleva arrivare davanti al Tribunale di Bayamo per «organizzare uno show mediatico» contro il regime.
La notizia dell’arresto della dissidente più conosciuta dell’isola ha fatto rapidamente il giro del mondo e numerosi governi si sono mossi per chiederne l’immediato
rilascio. A Roma, il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi ha espresso «preoccupazione» e chiesto alla nostra Ambasciata all’Avana di seguire «da vicino l’evolversi della vicenda» . Non è la prima volta che Yoani Sanchez, sempre vigilata e seguita dalla polizia politica sull’isola, viene fermata. E’ la tecnica della persecuzione e dell’intimidazione dell’opposizione illegale interna usata per impedire che le proteste contro la dittatura possono allargarsi. A Bayamo hanno avuto il permesso di seguire il processo soltanto i corrispondenti stranieri accreditati in una saletta con la tv a circuito chiuso. I familiari di Payà  non sono stati fatti entrare. Angel Carromero, 27 anni, dirigente del movimento giovanile del Pp spagnolo, è accusato di omicidio colposo per la morte di Payà  e di un altro oppositore, Harold Cepero, che viaggiavano nell’auto con lui e un altro giovane politico della democrazia cristiana svedese. Carromero rischia sette anni di carcere perché secondo l’accusa avrebbe causato l’incidente – l’auto uscì di strada e si rovesciò – per eccesso di velocità . Lui, dopo aver chiesto perdono ai familiari delle due vittime, ha affermato che guidava a una velocità  di circa 90 km all’ora e che, all’improvviso, si è reso conto di essere su un tratto non più asfaltato e «pieno di dossi e buche» che avrebbe causato la sua perdita di controllo dell’auto e l’uscita di strada.


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