Il Pd va all’attacco sulla manovra “Se non cambia fiducia difficile”

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L’AJA — Lo stop del Pd: la legge di stabilità  va cambiata, troppi tagli e sacrifici. «Mi aspetto che il governo — avverte Pierluigi Bersani, che oggi pomeriggio avrà  un faccia a faccia con Monti — si renda disponibile a modifiche significative». E si leva perfino, attraverso l’ex ministro Cesare Damiano, un avvertimento durissimo: se la «manovra » non viene corretta su Iva, Irpef ed esodati, «potremmo non votare la fiducia, se il governo dovesse porla». Dunque, sono notizie da un fronte italiano improvvisamente in fiamme quelle che arrivano al presidente Napolitano, in visita di Stato in Olanda ma in allerta per le polemiche che stanno scuotendo la maggioranza. «Non mi imbarco certo, e qui all’estero, in una discussione sulla legge di stabilità », taglia corto il presidente Napolitano con i cronisti che provano a chiedergli del braccio di ferro sui sacrifici a senso unico. Ma pur senza entrare nel merito delle polemiche, fa da scudo e difende in pieno l’azione di Monti. Avverte: «Se cambiassimo rotta adesso, a che pro sacrifici, tasse e riforme?». Sarebbe come, dopo aver affrontato dodici mesi durissimi, «voler buttarne via i benefici».
Parole che, praticamente all’unisono, il presidente del Consiglio da Roma conferma: «Abbiamo avuto un anno orribile ma abbiamo evitato un decennio orribile». La linea del rigore, mette in guardia dunque il presidente della Repubblica, non si cambia proprio quando si è in vista di un traguardo. Napolitano lo spiega in un’intervista ad un quotidiano olandese, che però insiste e vuol sapere che succederà  in Italia dopo le elezioni, che destino avrà  la ricetta Monti. E lui, rassicura. «Il voto è naturalmente un esercizio fondamentale di democrazia, che non può essere eluso. Un risultato elettorale è sempre circondato da incognite, ma dobbiamo avere fiducia nella saggezza dei cittadini italiani».
Frase chiave che diventa il titolo dell’intervista, fiducia nel buon senso degli italiani. Una saggezza, aggiunge comunque Napolitano, dimostrata dagli elettori olandesi a settembre (con la sconfitta del partito xenofobo e antieuropeo) e dai greci in giugno (con la nascita del nuovo governo). Alla comunità  italiana in Olanda riunita nell’ambasciata italiana spiega che il paese ha affrontato scelte difficili e impegnative che «nessuno può disconoscere », e che è «un imperativo » la disciplina fiscale.
«Monti — sottolinea ancora il presidente della Repubblica — ha avviato una profonda fase di risanamento dei conti pubblici e ha varato una serie impressionante di riforme». Siamo passati «da una situazione di emergenza ad una fase di stabilizzazione».
Come a ricordarlo anche ai partiti che, sul fronte romano in ebollizione, incalzano Monti chiedendo di battere finalmente un colpo sul capitolo ripresa. Ieri sera il premier ha incontrato a Palazzo Chigi Silvio Berlusconi, Angelino Alfano e Gianni Letta, con i quali ha parlato anche di legge elettorale e legge di stabilità . In prima linea resta Bersani. Che polemizza anche con il ministro Grilli sui presunti effetti positivi a cascata della legge di stabilità , «ai noi non risulta proprio, conti alla mano, che il beneficio vada al per il 99 per cento degli italiani». Il confronto col ministro dell’Economia, presente anche lui nell’incontro oggi del premier con il segretario del Pd, si annuncia
dunque difficile: «Discuteremo, verificheremo. Occorre rileggere, tenere fermi i saldi — insiste Bersani — ma trovare soluzioni migliori anche per i ceti medi». Dal-l’Aja, nel brindisi di fine cena con la regina Beatrice («presidente Napolitano, finalmente ci incontriamo »), le rassicurazioni del capo dello Stato ai preoccupati olandesi che l’Italia non cambierà  strada, perché «il rigore oggi non rappresenta più una scelta ma una necessità  ». Non è fine a se stessa. Serve a raggiungere il risultato finale di «stabilità  e crescita», «prosperità  e benessere», e creare occupazione «soprattutto per i giovani».


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