Nuova concussione Solo a Milano rischiano 66 processi

by Sergio Segio | 19 Ottobre 2012 5:06

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Oggi questo reato, nell’articolo 317 del codice, si prescrive in 15 anni e punisce con il carcere da 4 a 12 anni «il pubblico ufficiale che, abusando della sua qualità  o dei suoi poteri, costringe o induce taluno a dare o a promettere indebitamente denaro od altra utilità ». La nuova legge scinderebbe i casi di costrizione e induzione: un nuovo articolo 317 punirebbe da 6 a 12 anni il pubblico ufficiale che costringe il privato (immune come oggi da sanzioni); mentre un articolo 319-quater punirebbe il pubblico ufficiale che induce il privato (sanzionato con pene fino a 3 anni) a dare o promettere qualcosa, ma gli abbasserebbe la pena fra i 3 e gli 8 anni. Questo abbassamento si riverbera sui termini di prescrizione parametrati sul massimo della pena più un quarto, sicché con la nuova legge la concussione per induzione si prescriverebbe non più in 15 ma in 10 anni. Quanti processi, nel corso della loro «vita»”, ne risentiranno?
Come già  all’epoca dell’abortita legge sul «processo breve», la statistica giudiziaria resta per ora un segreto di Fatima sia al Csm sia al ministero che comunica solo le concussioni pendenti in Cassazione, 75, stimando che metà  possano essere per induzione. Tutto bene, allora? Per capire che non è così bisogna ad esempio provare a fare, porta a porta nelle cancellerie, una statistica artigianale ma completa in una sede come Milano: già  solo qui si può così verificare che 11 posizioni per concussione pendono in Appello, 7 in Tribunale e 48 in Procura: 66 solo a Milano, insomma, a fronte dei 75 citati in Cassazione. Segno che, se lo stesso lavoro fosse fatto nelle altre sedi giudiziarie, il numero di procedimenti potenzialmente interessati sarebbe, in proiezione futura, ben più alto.
Duro a morire, invece, è lo spaccio continuo del luogo comune del processo Ruby a rischio. Non è così: la prescrizione, scendendo da 15 a 10 anni, interverrà  nel maggio 2020, ma, se per quella data non si sarà  fatto in tempo a celebrare tre gradi di giudizio su Berlusconi, sarà  semplicemente ridicolo addebitarne la colpa alla nuova legge.
Neppure è vero che la nuova legge cancellerà  il processo che la Procura di Monza chiede su 7 accuse per l’ex capo dello staff del segretario pd Bersani, Filippo Penati.
Nulla infatti cambia per le 2 corruzioni e per le 2 violazioni della legge sul finanziamento dei partiti 2008-2009 e 2008-2010, che continueranno a prescriversi dopo 7 anni e mezzo, dunque nel 2016-2017.
Cambia invece l’orizzonte di 3 concussioni. Due, che per l’area ex Ercole Marelli a Sesto accusano l’allora sindaco Penati d’aver indotto un imprenditore a una iniqua permuta di terreni, risalgono al 2000: già  con le regole odierne non arriverebbero mai in Cassazione entro il 2015, con la nuova legge sarebbero già  prescritti dal 2010.
La terza concussione, che per l’area ex Falck imputa a Penati di aver indotto un costruttore a versargli 4 miliardi di lire e affidare incarichi per 1,8 milioni di euro a due professionisti delle coop rosse, è datata «sino al febbraio 2003», sicché l’attuale prescrizione, ancorata al 2018, con la nuova legge arriverebbe già  nel febbraio 2013. E’ però anche vero che l’anno scorso per quest’accusa il gip negò ai pm l’arresto di Penati, proprio perché qualificò i fatti non come concussioni ma come corruzioni, dunque già  prescritte nel 2011 con le regole attuali.

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