“Oltre 200 mila morti ogni anno per l’abuso di sostanze”: l’Onu corre ai ripari

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ROMA – “Più di 200 mila persone muoiono ogni anno per l’abuso di sostanze, per questo abbiamo bisogno di diffondere maggiore consapevolezza sui rischi, aiutando i genitori, dando sostegno ai ragazzi e adottando adeguate politiche preventive anche in campo sanitario”. È questa, per Yuri Fetotov, direttore esecutivo dell’Ufficio Onu contro le droghe e il crimine (Unodc) una delle principali ragioni che hanno spinto le Nazioni unite a lanciare un “Consorzio di solidarietà ”, un progetto presentato oggi a Roma presso la Scuola Superiore di Polizia alla presenza di ben 57 diversi Paesi. L’ “Incontro di Roma”, come è stato già  ribattezzato dallo stesso Fedotov, è stato organizzato dall’Unodc, l’Ufficio delle Nazioni unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, dall’Unicri (United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute) in collaborazione con il Dipartimento politiche antidroga italiano e punta diffondere a livello internazionale le migliori prassi e politiche per il contrasto e la prevenzione dell’uso delle sostanze stupefacenti.

Si tratta, ha spiegato Fedotov incontrando la stampa, “di una serie di iniziative per rivedere e modificare alcune strategie per la lotta contro la droga. Non possiamo continuare come abbiamo fatto fino ad oggi. Abbiamo bisogno di trovare quanto prima dei risultati concreti”. L’iniziativa, ha aggiunto Fedotov,”ha lo scopo di garantire formazione in America centrale, Medio oriente, Africa orientale, Nord Africa e Asia centrale. Saranno 25 i paesi coinvolti direttamente e molto di più quelli che parteciperanno allo scambio di esperienze. L’evidenza dimostra che è possibile prevenire l’abuso della droga e aiutare i giovani a crescere sani e sicuri. Puntiamo sulla riduzione della domanda e questo può avere un impatto anche sul lato dell’offerta”. Per Raymond Yans, presidente dell’Organo internazionale di controllo sugli stupefacenti (Inbc), infatti, “non esistono competenze e capacità  all’interno di molti paesi per poter organizzare tali iniziative che invece sono obbligatorie ai sensi delle tre convenzioni delle Nazioni unite, convenzioni che non parlano di costringere i tossicodipendenti ad andare in galera, ma che invece hanno lo scopo di convincere i governi ad adottare strategie apposite”.

Per Jonathan Lucas, direttore dell’Unicri, si tratta di un progetto innovativo. “È molto facile avere finanziamenti per progetti di controllo sul fronte delle forze dell’ordine – ha spiegato -, mentre questo è il primo progetto da dieci anni a questa parte che ha lo scopo di potenziare le capacità  delle autorità  competenti nazionali”. Secondo Patrick Penninckx, segretario esecutivo del Gruppo Pompidou, “la solidarietà  non è solo un obbligo morale, ma un bisogno razionale. I problemi che dobbiamo affrontare non sono problemi nazionali, ma internazionali. Quindi tutte le politiche devono essere adottate a livello internazionale, tenendo conto delle differenze interregionali e culturali, ma condividendo pratiche e mezzi per poter garantire una risposta equilibrata al problema della droga”. (ga) 

 

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