Tasse, l’ipotesi di rinviare il taglio dal 27 al 26%

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ROMA — Il governo è disposto a tornare sui suoi passi e rinviare il taglio delle detrazioni e delle deduzioni fiscali di un anno, come chiedono i partiti, ma prima occorrerà  trovare la copertura. E la correzione della manovra avverrà  in Parlamento, in sede di conversione del disegno di legge di Stabilità  2013 che il governo ha consegnato nella serata di ieri al Quirinale per la firma e subito dopo, in nottata per rispettare i termini di legge, alla Camera. Il rinvio di un anno del taglio delle agevolazioni fiscali, che in deroga allo Statuto del contribuente si applicherebbe già  nel 2103 sui redditi del 2012, è stato sollecitato sia dal Pdl che da Udc e Pd, ma costa parecchi soldi, senza i quali il pareggio strutturale del bilancio pubblico promesso alla Ue diverrebbe sicuramente più difficile.

Secondo la relazione tecnica della Ragioneria dello Stato, già  arrivata in Parlamento, la franchigia di 250 euro su gran parte delle deduzioni e delle detrazioni fiscali contribuirebbe alla riduzione del deficit con un maggior gettito di 983 milioni di euro, mentre il tetto di 3 mila euro alle sole detrazioni vale 173 milioni di euro l’anno. Per far quadrare i conti, facendo coincidere al prossimo anno il taglio delle agevolazioni e quello di un punto dell’Irpef (lo sgravio vale 6,5 miliardi a regime e 4,1 nel solo 2013), rispettando al tempo stesso gli obiettivi europei, bisognerebbe trovare 1,1 miliardi di euro da qualche altra parte.
Il governo starebbe valutando la possibilità  di far slittare di un anno, quindi ai redditi del 2014, il taglio dell’aliquota sul secondo scaglione dell’Irpef, dal 27 al 26%. Nella maggioranza, invece, molti hanno già  puntato l’occhio sulla nuovissima, e mai rodata, Tobin tax. Il gettito dell’imposta europea sulle transazioni finanziarie è stato calcolato in un miliardo di euro l’anno. Ma nella legge di Stabilità  il governo, per il momento, ha fissato il livello del prelievo allo 0,5 per mille, cioè alla metà  di quella che sarà  l’aliquota minima comune europea, una volta entrata in vigore la proposta di direttiva in discussione a Bruxelles. Già  ieri, dal Pd, sono venute le prime sollecitazioni ad appesantire la Tobin tax per evitare l’inasprimento immediato sugli sconti fiscali.
Nel mirino dei partiti che sostengono il governo non c’è solo lo sfasamento tra la riduzione dell’Irpef e il taglio delle detrazioni. Il Pdl chiede di scongiurare del tutto l’aumento dell’Iva di un punto, che scatterebbe dal luglio del 2013 (costerebbe 3,28 miliardi di euro), mentre il Pd insiste per alleggerire la manovra sulle pensioni e di affrontare con più energia il problema degli «esodati», per i quali la legge stanzia un fondo di 100 milioni di euro l’anno. «La legge di Stabilità  deve acquisire un carattere di equità  sociale, altrimenti è difficilmente sostenibile» dice il capogruppo del Pd nella Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano.
L’assoggettamento all’Irpef degli assegni previdenziali di guerra (che dovrebbe restare) e di invalidità  (che dovrebbe saltare), come degli assegni di accompagnamento, porterà  ad una minor spesa pubblica, secondo la relazione della Ragioneria, di 240 milioni di euro l’anno. Altro nodo che sembra avviato a soluzione, è quello dei tagli sui permessi dei dipendenti pubblici per l’assistenza di familiari disabili, una misura criticata sia da destra che da sinistra. Il costo è limitato, 50 milioni di euro l’anno, e trovare risorse alternative non dovrebbe essere un problema insormontabile.
La relazione tecnica alleggerisce la portata dei tagli alla sanità , che ammonteranno a 600 milioni di euro nel 2013 e ad un miliardo a partire dal 2014. La stretta sulle banche vale 200 milioni nel 2013 e quasi mezzo miliardi di euro a regime, mentre quella sulle assicurazioni porterà  623 milioni di maggior gettito nel 2013 e 373 dal 2014.
Tra i tagli ci sono anche quelli a carico degli enti locali, per circa 2 miliardi di euro l’anno, e quelli a carico dei ministeri e degli enti pubblici. Le 24 ore settimanali di insegnamento per i docenti della scuola porteranno 900 milioni di euro di risparmio, mentre la nuova legge ne stanzia 233 per le scuole non statali.
Mario Sensini


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