La Green Economy si mette in moto
Finora la crisi ha depresso produzione e consumi e dunque hafinitoperdareunamanoall’ambiente abbassando, come effetto collaterale, le emissioni inquinanti: la decrescita ha causato molta disoccupazione e tracce di disinquinamento. È possibile rovesciare la prospettiva e usare la crisi come leva del salto verso lo sviluppo sostenibile? Partire dalla liberazione dall’inquinamento per rilanciare l’economia?
È questa la scommessa attorno a cui ruotano gli Stati generali della green economy che si riuniscono oggi e domani alla fiera di Rimini. L’appuntamento, il primo di questa ampiezza, è stato organizzato dal ministero dell’Ambiente e da un pool di 39 associazioni di impresa, ha coinvolto 300 esperti ed è stato coordinato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile.
«È la prima volta che l’articolato mondo che fa riferimento alla produzione sostenibile si ritrova assieme, compatto nel condividere una piattaforma – sottolinea Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – Non era scontato perché fino a ieri in molti settori imperavano le divisioni. La coperta degli aiuti era corta e ognuno cercava di tirarla dalla sua parte. Adesso si comincia a comprendere che una maggiore efficienza nell’uso delle materie e dell’energia provoca una cascata di benefici che moltiplica l’occupazione in moltissimi settori. E che, se si fanno i conti bene, senza nascondere i costi dell’inquinamento, il vantaggio delle fonti rinnovabili diventa immediato e c’è spazio per tutte le filiere».
Il documento presentato oggi a Rimini (il Programma per lo sviluppo di una green economy) è un ponderoso volume che spazia su tutti i campi. Ecco alcuni dei punti
principali.
ENERGIA
Nel 2011 la crescita dell’energia pulita ha toccato un nuovo picco: le fonti rinnovabili hanno coperto il 20,3 per cento della produzione globale e hanno alimentato metà di tutta la nuova potenza installata nel settore elettrico mondiale. Nel 2011 in Italia le rinnovabili hanno rappresentato il terzo settore di approvvigionamento energetico, dopo petrolio e gas, con oltre il 13 per cento del consumo interno totale facendo segnare anche l’incremento maggiore trale fonti (più 7 per cento).
RIFIUTI
L’economia del riciclo e del compostaggio è già una realtà in sei paesi (Belgio, Austria, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Svezia) che superano la media europea (40 per cento), mentre nove (fra i quali l’Italia con un modesto 33 per cento) restano al di sotto di questa media. Italia bocciata anche in discariche: a fronte di una media europea del 38 per cento, Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Svezia sono a discarica zero o quasi zero, mentre il nostro paese è ancora fermo al 49 per cento.
AGRICOLTURA
Buone notizie sul fronte agricolo: il biologico nel 2009 copriva 1.106.648 ettari (quasi il 9 per cento del totale della superficie coltivata) collocando l’Italia al secondo posto nell’Unione europea dopo la Spagna, mentre con 48.509 aziende il nostro paese vantava il più alto numero di produttori biologici in Europa. Inoltre disponiamo di 243 prodotti di qualità (Ddp, Igp e Stg), oltre 4.600 specialità regionali tradizionali e 521 vini a marchio territoriale. Un impegno che ha portato alla riduzione del consumo di fertilizzanti chimici e di pesticidi.
TRASPORTI
Con 606 vetture ogni mille abitanti, contro una media dell’Europa (a 27 paesi) di 473, l’Italia è messa male in un settore che vale un terzo dei consumi energetici nazionali. Secondo i dati Istat il nostro parco autovetture ha raggiunto nel 2011 quota 37.138.990, crescendo costantemente. Ora il settore è in flessione e per la prima volta si sta facendo strada l’ipotesi di un vero rilancio del trasporto elettrico (anche se la parte pubblica stenta a decollare per i tagli di bilancio). La creazione di un’infrastruttura elettrica costituirebbe una grande spinta occupazionale e un sollievo per i nostri polmoni (circa il 90 per cento delle emissioni è a carico del trasporto su strada).
OCCUPAZIONE
L’Ocse stima che entro il 2030, a livello globale, potrebbero essere creati fino a 20 milioni di nuovi posti di lavoro nel settore della produzione e della distribuzione di energia da fonti rinnovabili.
FORMAZIONE
Nell’anno accademico 2011-12 sono stati attivati 193 corsi universitari su tematiche legate alla green economy.
Related Articles
Mattanza dei delfini, l’ira dell’ambasciatrice Kennedy
La figlia di Jfk accusa via Twitter: «Una caccia disumana»
Blitz del Pd, e ciao all’acqua pubblica
Commissione Ambiente. Ok all’emendamento che apre alla gestione dei privati. M5S e Sinistra Italiana lasciano i lavori per protesta: “Traditi 27 milioni di cittadini che votarono il referendum nel 2011”