Merkel in gita lampo «L’economia? Al 50% è psicologia»

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Le zone sensibili nelle prossimità  delle varie tappe sono state chiuse al traffico e protette da tiratori scelti schierati sui tetti. Se note erano le destinazioni, segreti sono stati mantenuti i percorsi che univano i vari punti: Belem – presidenza della repubblica e centro culturale – e Oeiras.
Prima di andare avanti facciamo però un passo indietro e torniamo a domenica sera. Alle 20.45 il primo canale della televisione pubblica portoghese manda in onda una mega intervista in esclusiva concessa dalla Merkel. Insomma niente di più di 15 minuti frettolosi, probabilmente ritagliati tra un impegno e l’altro, ma ci si deve accontentare. Qui, oltre al contenuto, importa riferire anche sul contenitore, il setting dove si è svolta l’intervista: a fare da sfondo c’è il Bundestag, e va bene, ma la stanza, arredata solo di due sedie, sembra più uno sgabuzzino o un ufficio abbandonato che non uno di quegli imponenti e austeri uffici degni di un primo ministro. La sensazione che traspare è che alla Germania del Portogallo non interessi più che tanto. Il contenuto dell’intervista può essere sintetizzato in quattro punti: la concezione del Memorandum, la sua applicazione, il futuro economico del Portogallo e il futuro dell’Euro. Relativamente al primo punto la Merkel ha negato di avere giocato qualsivoglia ruolo nei processi di negoziazione del prestito con Fmi-Ue e Bce – dov’era in vacanza!? – anche se le ricette “concordate”, siamo al secondo e terzo punto, sono buone, non vanno rinegoziate e si tradurranno sicuramente in un futuro di crescita e prosperità  malgrado un presente di sacrifici. Infine, ottimismo è stato espresso rispetto alla solidità  dell’Euro e al fatto che a nessuno sarà  imposto di uscirne.
Dopo il prologo c’è lo svolgimento. Insieme alla Cancelliera, com’è oramai tradizione, un codazzo di imprenditori bramosi di investire sull’oramai prossimo, anche se a noi non iniziati ancora invisibile, boom economico portoghese (ma chi ci crede!?). In realtà  al momento l’interesse sembrerebbe essere scarsino. In percentuale sugli investimenti stranieri, quelli di provenienza teutonica hanno raggiunto nel 2010 il punto più basso della storia passando dal 10,4% del 1996 al 3,3%; le esportazioni sono passate dal 20% al 12% e le importazioni dal 15% all’11%. Anche nel contesto delle privatizzazioni di quest’ultimo anno, imprese tedesche se ne son viste poche.
A questo punto ci si potrebbe chiedere: ma che cosa ci è venuta a fare la Merkel a Lisbona? Difficile dirlo, i giudizi in questo senso sono contrastanti e possiamo solo azzardare ipotesi basate su ben pochi elementi logici. La presenza di imprenditori lascia effettivamente pensare che si stia valutando la possibilità  di investimenti. Le nuove regole sul diritto del lavoro – cioè, per essere più corretti, lo smantellamento delle regole – rendono, forse, il mercato portoghese abbastanza appetibile. La presenza fisica potrebbe dipendere dalla necessità  di capire quali siano i livelli di stabilità  sociale, quale sia il potere dei sindacati, quali i rischi di scioperi e quindi di blocco della produzione: si sa quando ci si mettono i soldi non si vuole rischiare! Da questo punto di vista l’accoglienza riservata alla Cancelliera fa ben sperare perché, a discapito degli annunci strombazzati dai vari servizi di sicurezza, gli incidenti sono stati pochi e le manifestazioni poco partecipate.
Prologo, svolgimento, manca l’epilogo e il colpo di scena finale: durante la conferenza stampa finale Angela Merkel svela la ragione su cui si basa la sua incomprensibile fiducia nel futuro: «La politica economica è basata per il 50% sulla psicologia». Volere è potere! Psicologia e non noiosissimi dati come quelli relativi alla disoccupazione, fallimenti e sfratti. Forse più che la Troika ci vorrebbe un buon psicoanalista, chissà ?


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