Proteste in piazza, e sul web Anonymous attacca siti israeliani
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E a Tel Aviv la stampa ne ha dato conferma: gli hacker hanno colpito molti siti web istituzionali, inserendo slogan e immagini dei palestinesi massacrati. «Una sola notte in prigione basta per dare un’idea di ciò che significa trovarsi sotto il controllo assoluto di una forza esterna – ha scritto Noam Chomsky dopo il suo recente soggiorno a Gaza – E basta un solo giorno a Gaza per cominciare a capire cosa significhi provare a sopravvivere in una grande prigione a cielo aperto». Un cielo da cui ora arriva di nuovo la morte. Anche in Italia, la solidarietà si va attivando sotto diverse forme e accenti, in varie città : da Napoli a Pisa, dalla Sardegna a Palermo, il sostegno alla popolazione palestinese si è reso visibile anche in molte scuole e atenei in agitazione. Il Comitato centrale della Fiom Cgil ha approvato un Ordine del giorno per invitare all’azione le sue strutture territoriali; e per chiedere «un’immediata cessazione delle operazioni militari da parte dell’esercito israeliano e del lancio di missili verso le città israeliane da parte di gruppi armati palestinesi». Le responsabilità principali – dice il comunicato – sono del governo Nethaniau; e ancora: «il permanere dell’occupazione militare illegale dei territori palestinesi e la politica dell’estensione degli insediamenti israeliani nei territori occupati non solo è in contrasto con ogni forma di legalità e diritto internazionale, ma si sta rivelando un fattore di crisi economica e di involuzione democratica e sociale in Israele». Ieri si è ripetuto il presidio davanti a Montecitorio, organizzato dalla Comunità palestinese di Roma e Lazio, e a cui ha aderito un ampio arco di forze politiche (Rifondazione, Pdci, Fgci, Rete dei comunisti), movimenti e comitati (Per non dimenticare Sabra s Chatila, Forum Palestina, Un Ponte per, Con la Palestina nel cuore, Rete romana di solidarietà con il popolo palestinese…). Il comunicato, che chiama tutti a «partecipare uniti», denuncia l’appoggio a Israele da parte dei vari governi e invita «a uscire dall’assuefazione» per evitare che si replichi la carneficina del 2008: «Non vogliamo che i morti arrivino a 1.400 prima che la gente si svegli e dica: basta ai massacri», scrivono. Un appello alla mobilitazione arriva anche dall’Unione democratica arabo-palestinese (Udap), mentre da Genova, l’Associazione Music for Peace indice punti di raccolta di «sedie a rotelle, stampelle, antidolorifici» (info@creatividellanottemusicforpeace.org).
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