Stranieri esclusi dal servizio civile, associazioni divise
ROMA – Porte chiuse ai giovani stranieri nei prossimi bandi di servizio civile nazionale, per i quali sarà ancora “prevista la cittadinanza italiana quale requisito di partecipazione”. L’annuncio, contenuto in una risposta ad una interrogazione parlamentare dell’onorevole Evangelisti (IdV) arriva direttamente dal ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione, Andrea Riccardi, che conferma così l’impossibilità per l’Ufficio nazionale del servizio civile (Unsc) di aprire il servizio civile agli stranieri perché così stabilisce “il quadro normativo vigente” (vedi lancio del 31 ottobre 2012). Questa interpretazione non trova però d’accordo Alberto Guariso di “Avvocati per niente” che al Tavolo ecclesiale sul servizio civile spiega: “La questione va posta in termini del tutto diversi: il giudice ha stabilito, sulla base di una approfondita argomentazione che l’espressione ‘cittadino italiano’ va interpretata come ‘consociato, residente sul territorio’ e quindi è da applicarsi anche ai giovani stranieri residenti in Italia”.
Insomma, secondo il legale l’apertura del bando del servizio civile ai giovani stranieri sarebbe possibile già da subito con l’attuale legge. Invece plaude al ministro Riccardi il Modavi, che in un comunicato scrive: “Apprendiamo con moderata soddisfazione la notizia per cui il servizio civile nazionale resterà aperto ai soli cittadini italiani. Per noi il servizio civile è un dono nei confronti della propria nazione a cui tutti coloro che aderiscono alla comunità nazionale devono avere diritto. Siamo soddisfatti a metà perché non possiamo ignorare il problema della cittadinanza alle cosiddette ‘seconde generazioni’: migliaia di ragazzi che si sentono italiani ma che lo Stato non riconosce tali. Confermiamo la nostra posizione: no all’apertura indiscriminata del servizio civile, sì all’inserimento di quest’ultimo all’interno di un percorso per favorire i giovani che vogliano diventare cittadini italiani a tutti gli effetti”.
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