Torino, il Comune litiga sulla Juve “Abbiamo svenduto aree commerciali”

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Prima vera impasse da quando Piero Fassino è stato eletto sindaco. «E se l’intervento dovesse decadere — dice il sindaco rivolgendosi ai consiglieri riottosi — gli unici a farne le spese sarebbero i residenti della Vallette che perderebbero una grande occasione». Ma andiamo per gradi. È un intervento ambizioso, quello che la Juventus vuole realizzare a due passi dal nuovo stadio di proprietà . Un’area degradata dove punta a realizzare, oltre alla sede, centro e campi di allenamento, un cinema multisala, un centro benessere, un albergo e alloggi di pregio. Ed è proprio su quest’ultimo particolare che si gioca la partita.
Gli accordi di luglio tra il sindaco Fassino e il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, parlavano di 10,5 milioni per 180 mila metri quadri di superficie, di cui 33mila edificabili. Ma poco prima che l’atto approdasse in Consiglio comunale l’intesa è stata rivista e la giunta ha proposto di raddoppiare i metri quadri edificabili come residenziale: da 6 a 12mila. Tutto senza ritoccare di una virgola il prezzo. L’ha riconosciuto lo stesso capogruppo del Pd, Stefano Lo Russo: «Non è accettabile che l’aumento delle cubature non porti a un incremento del valore di quell’area».
E così, da dieci giorni, all’interno della maggioranza che amministra la città  degli Agnelli ci si arrovella sulla delibera. Il nodo principale, senza contare i problemi dovuti allo sgombero di un campo rom abusivo, è il prezzo. Troppo basso, lamentano i consiglieri insoddisfatti. A detta di alcuni potrebbe valere 5 milioni in più rispetto ai 10,5 pattuiti su propostadellaJuve. Contrario alla variante urbanistica l’ex assessore allo Sport della giunta Chiamparino e consigliere del-l’Idv, Giuseppe Sbriglio: «Dove sono le perizie sul valore effettivo dell’area?». Contrari anche quattro eletti del Pd: i «renziani» Guido Alunno, Domenica Genisio, Domenico Mangone e Marco Muzzarelli. «Non si può decidere in tempi così stretti. Siamo sicuri che la cifra sia congrua?», si chiede Muzzarelli.
Cinque voti in meno che lunedì in Sala Rossa, se non si troverà  una mediazione, non consentiranno a Fassino di raggiungere i 21 «sì» necessari. E determinante sarà  quindi l’apporto di alcuni consiglieri di Pdl e Lega Nord. Fassino vuole che la delibera, modificata con alcuni emendamenti, vada avanti così com’è, e che una eventuale ridiscussione del prezzo venga fatta dopo la perizia che si è deciso di affidare al Politecnico di Torino.
La Juventus, che prevede un investimento di 41,5 milioni, non sembra disposta a vedersi alzare il costo. L’ad Aldo Mazzia ha ribadito: «Non possiamo modificare gli accordi, ne andrebbe della tenuta finanziaria dell’operazione ». La giunta è però convinta che una quadratura si riesca a trovare: «In un momento di scarsità  di risorse pubbliche — dice Fassino — non possiamo permetterci di perdere questa occasione per rivitalizzare un’area della città ».


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