Monti da Pannella «È combattivo ma fermi il digiuno»

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ROMA — «Non abbiamo più tempo». Sono le 19 quando il professor Claudio Santini ci riprova. Marco Pannella va reidratato. Bere non basta più. All’ottavo giorno di sciopero della fame e della sete, serve una terapia adeguata, i reni sono già  compromessi. Altrimenti rischia la vita. Ma il leader radicale non ne vuole sapere.
Nemmeno se a chiederglielo, in clinica, è arrivato lo stesso presidente del Consiglio, Mario Monti, che ad un «Pannella lucido e intellettualmente combattivo» ha promesso di approfondire il tema. A dispetto delle raccomandazioni, alle 20.30, lascia la clinica e va in diretta a «Radio Carcere», programma storico di Radio Radicale, per rilanciare la sua denuncia e il suo appello a personalità  di spicco che accettino di candidarsi nelle liste della Rosa nel pugno per difendere amnistia, giustizia, legalità .
«Grazie presidente Monti per essere almeno venuto a cercare di comprendere cosa vogliamo. È stato un atto di accettazione della nonviolenza. Non posso sospendere. Ma ecco, questo è per il tuo intervento», dice, mangiando in diretta sulla web tv un mandarino. E aggiunge: «Non accetto il ricatto di chi dice molla. Ma vi pare che il Paese è preoccupato se bevo o non bevo? Non vi pare una follia? Ci sono migliaia di detenuti torturati. Se io ora bevo è risolto tutto. E allora i 70 mila detenuti e le famiglie? Tutto dimenticato?».
«L’amnistia è l’unico strumento immaginato per interrompere una violenza criminale e assassina dello Stato» ha spiegato Pannella denunciando la violazione di leggi e convenzioni internazionali e richiamando il capo dello Stato ad occuparsene. Un affondo accompagnato dalla denuncia delle ultime modifiche ai tempi e agli obblighi previsti dal Porcellum che, dichiara, «non renderanno più possibili le candidature. Perché non ci sono i tempi per raccoglierle».
Ma lui le chiede ancora. «Urgono candidature di personalità  nelle liste della Rosa nel pugno che accettino di difendere l’amnistia, il diritto, la giustizia, la libertà ». I nomi sono ancora troppo pochi: Claudio Martelli e Debora Serracchiani del Pd, offrono disponibilità . Alba Parietti si mette a disposizione. Si offrono anche Luigi Amicone, direttore di Tempi, Beppino Englaro, il padre di Eluana. E Riccardo Pacifici, il presidente della comunità  ebraica, dichiara: «Sono pronto a iscrivermi al partito». Ma Pannella rilancia: «Se Vasco Rossi si candiderà  con noi, berrò».
Centinaia i twitter di sostegno all’hashtag #iostoconmarco. C’è don Andrea Gallo («rimani il custode di tutti i diritti civili»), che in serata ha accettato la candidatura; c’è il sindaco di Firenze, Matteo Renzi; c’è il leghista Fabio Rizzi che da medico, lo «esorta a interrompere digiuno». Arrivano messaggi: il ministro Andrea Riccardi si dice «molto vicino alla battaglia» e si rammarica per non essere riuscito ad estendere le misure alternative ai tossicodipendenti («E dove, nei convegni?» replicano i radicali). Telefonate: come quella dell’arcivescovo Agostino Superbo della Cei della Basilicata. E visite come quella di Franco Marini che si impegna a occuparsene e lo invita a desistere. Invano. In serata torna in clinica ma non beve, e annuncia per stamani una visita al carcere di Rebibbia.
Virginia Piccolillo


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