Palazzi all’asta, l’annuncio sul Wall Street Journal

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ROMA — Il Casino Mocenigo sull’isola di Murano, con i suoi meravigliosi affreschi: 926 mila euro. Oppure un palazzo di quattro piani nel centro di Venezia: un milione e 168 mila euro. Più a Sud, un terreno di 30 mila metri quadri vicino al mare e ai Sassi di Matera: 510 mila euro. E ancora, due terreni nel tarantino, un compound industriale a Porto Marghera, un palazzo del XVI secolo a Cremona. Sulle pagine del Wall Street Journal a pagamento ieri un pezzo d’Italia veniva messo all’asta. Un’asta on line, la prima nel suo genere, che si terrà  il 24 gennaio prossimo con un periodo di contrattazione di un’ora, previo accoglimento di offerte preliminari da presentarsi entro il 20 gennaio.
Quattordici beni per un valore base di asta di più di dieci milioni: ordinaria amministrazione, fanno notare all’Agenzia del Demanio che coordina l’operazione di vendita di fine anno, che segue quella già  realizzata a metà  anno.
Più importanza viene assegnata, dall’agenzia guidata, da Stefano Scalera, all’avvio, ieri, dei primi bandi di «Valore Paese», il progetto per la valorizzazione e la gestione del patrimonio immobiliare dello Stato che coinvolge immobili spesso non utilizzati o sottoutilizzati ma con una forte valenza strategica.
Il meccanismo individuato per dismettere immobili spesso di pregio ma poco vendibili è quello di raccogliere progetti di sviluppo imprenditoriale basati su una nuova destinazione d’uso.
In particolare, attraverso lo strumento della concessione-locazione l’Agenzia del Demanio intende coinvolgere direttamente i privati nella gestione e progettazione dell’attività  di riqualificazione dei beni. Il meccanismo è stato completato attraverso l’inserimento nella legge di Stabilità  di una norma che consente al concessionario che abbia ricevuto in locazione/concessione l’immobile fino a 50 anni, di acquistarlo con prelazione, a valore di mercato, detraendo il costo dell’investimento.
In questa operazione sono coinvolti 4.300 immobili per un valore complessivo di circa quattro miliardi di euro. I primi otto immobili sono stati messi a disposizione ieri attraverso bandi: due beni in Veneto, un’ex caserma della Guardia di Finanza a Venezia e il «Padiglione Ufficiali» a Dolcè (Verona); due in Umbria, ex case cantoniere a Gubbio e Todi (Perugia); e, infine, due in Toscana, un ex compendio minerario a Rio Marina (Livorno) e un ex casello idraulico a Grosseto.
Entro il 3 aprile 2013 i partecipanti alla gara dovranno presentare la loro offerta per la concessione o la locazione dei beni e un progetto per la riconversione di questi ultimi, prevedendo anche la possibilità  di nuove destinazioni d’uso. Gli operatori interessati dovranno indicare il valore del canone che si impegnano a corrispondere allo Stato, la durata della concessione/locazione e gli investimenti che intendono effettuare sul bene, in base alle operazioni che intendono avviare. L’Agenzia del Demanio valuterà  le offerte tecnicamente ed economicamente più convenienti fra quelle arrivate.
A latere di quest’operazione deve ancora prendere corpo quella che sembrava dover essere la fase preliminare delle dismissioni: la costituzione di una Sgr (società  di gestione del risparmio) e di uno o più fondi, nel quale far confluire una lista di 350 immobili di particolare valore, già  individuata.
Proprio questa parte dell’operazione, di competenza del ministero dell’Economia, non ha ancora visto la luce. E adesso, dopo le dimissioni del governo, pare destinata a essere rinviata al prossimo esecutivo.
Antonella Baccaro


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