Siria, la Nato schiera i missili Patriot “Reagiremo all’uso di armi chimiche”

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BRUXELLES — La Nato sch era i missili anti-missile Patriot a difesa della Turchia, e avverte il regime siriano che qualsiasi utilizzo di armi chimiche nella guerra civile che dilania il Paese scatenerebbe «la reazione immediata della comunità  internazionale». Lo ha dichiarato il segretario generale dell’Alleanza, Anders Fogh Rasmussen, ieri in apertura dei lavori del Consiglio atlantico che ha riunito i ministri degli esteri dei 28 Paesi membri, oltre al russo Lavrov. Il doppio avvertimento a Bashar el-Assad arriva mentre da Damasco giungono segnali che il regime è sempre più alle corde. L’esercito ieri ha lungamente bombardato i sobborghi della capitale, mentre le forze ribelli sarebbero ormai a sei chilometri dal centro città . Una granata di mortaio ha colpito una scuola nel campo profughi di al-Wafidin uccidendo 28 bambini e l’insegnante. L’agenzia Sanaa, che ne ha dato notizia, accusa del massacro gli insorti, che invece denunciano l’esercito regolare. Secondo voci non confermate, anche il portavoce del ministero degli esteri siriano avrebbe abbandonato il Paese e si sarebbe rifugiato a Londra.
«Sembra che il momento della fine del regime di Assad possa essere vicino», ha annunciato ieri il ministro degli esteri italiano Giulio Terzi al termine della riunione. Gli occidentali temono che proprio la disperazione possa essere la molla che spinge l’esercito regolare siriano a gesti estremi come l’utilizzo di armi di distruzioni di massa. Secondo i servizi americani, negli ultimi giorni le forze regolari avrebbero prelevato le armi chimiche dai depositi e si preparerebbero ad utilizzarle. Il presidente Obama ha già  avvertito Assad che dovrebbe «portare la responsabilità » di un eventuale uso di armi di distruzione di massa. Ieri anche il russo Lavrov, solitamente schierato a difesa di Assad, ha fatto dichiarazioni molto critiche. «Il problema del trasporto e dell’uso di armi di distruzione di massa, e le armi chimiche lo sono, è molto serio. Qualunque violazione dei trattati internazionali per noi è inaccettabile », ha dichiarato. Il ministro degli esteri russo non ha neppure protestato per lo schieramento dei Patriot in Turchia. Due indizi, secondo gli osservatori, che anche Mosca starebbe prendendo le distanze da un regime siriano ormai sul punto di crollare.
Secondo il segretario generale della Nato, lo schieramento delle batterie antimissile al confine siriano «ha uno scopo puramente difensivo e dissuasivo». Rasmussen ha confermato che la Nato «non ha alcuna intenzione» di intervenire militarmente nella guerra civile siriana, neppure in maniera limitata imponendo “no flight zones”. Tuttavia lo spostamento dei Patriot, che saranno forniti da Stati Uniti, Olanda e Germania, costituisce il primo passo operativo in difesa della Turchia, che già  a novembre aveva chiesto l’intervento della Nato dopo aver subito attacchi di artiglieria provenienti dal territorio siriano. Le batterie saranno poste sotto il comando militare dell’Alleanza e saranno operative già  nelle prossime settimane.


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