Telecom, no a Sawiris e sì a Cdp “Via allo scorporo della rete”

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MILANO — Telecom Italia dice sì alla scorporo della rete, no a Sawiris e prende tempo per la vendita di Ti Media. Queste in buona sostanza le decisioni emerse da un consiglio di amministrazione fiume che è durato circa otto ore. La svolta storica che la società  si appresta a fare è quella di aprire un tavolo con la Cassa Depositi e Prestiti per valutare la possibilità  di cedere una parte della sua infrastruttura di rete all’istituto guidato da Giovanni Gorno Tempini. Il consiglio
dell’ex monopolista della telefonia ha infatti dato mandato al presidente Franco Bernabè e all’amministratore delegato Marco Patuano per trattate con la Cdp i termini, i modi e le condizioni per portare a termine lo scorporo della rete in una società  ad hoc e la vendita di una parte della stessa. Non si tratterebbe quindi di uno mero studio di fattibilità , ma di aprire una trattativa in esclusiva con la Cassa per portare a termine l’operazione. Anche se Telecom ha fatto una scelta netta, l’operazione resta in salita perchè i nodi da sciogliere sono tanti, e mancano ancora alcune indicazioni fondamentali sia dalla Ue che dall’Ag-Com.
«Per fare un matrimonio bisogna essere in due» aveva dichiarato nei giorni scorsi il presidente di cdp Franco Bassanini, ricordando che la Cdp era interessata e pronta a convolare a nozze con la rete di Telecom, e ieri il consiglio della società  avrebbe fatto lo stesso decidendo di andare avanti con lo scorporo e di farlo insieme per il momento solo con la Cdp. Quanto alle valutazioni dell’infrastruttura di rete, le differenze tra le pretese della Telecom (almeno sei volte il margine lordo, vale a dire 15 miliardi) e quelle di Cdp (non più di 11-12 miliardi) potrebbero essere comunque superare nell’ambito di una normale trattativa tra le parti.
E così mentre Telecom sta per aprire la porta a un nuovo socio e a vendere un pezzo del suo asset principale, dall’altra ha chiuso ogni possibilità  di trovare un accordo con Naguib Sawiris che si era offerto di iniettare 3 miliardi di risorse nel gruppo. Telecom ha ritenuto che una ricapitalizzazione ai prezzi correnti del titolo
non fosse interessante declinando l’offerta dell’ex patron di Wind, ciò nonostante ha deciso di non accantonare del tutto il dossier della brasiliana Global Village Telecom. Pur non avendo presentato un’offerta per il gruppo della fibra che è stato messo in vendita da Vivendi, Telecom intravede la possibilità  di ricavare importanti sinergie e resta interessata a approfondire la questione, anche se al momento le pretese per Gvt non rendono l’operazione interessante.
Se sullo scorporo della rete e su Sawiris il consiglio di Telecom sarebbe stato abbastanza compatto, sull’esame delle offerte per Ti Media le opinioni sarebbero invece state abbastanza variegate. Le due offerte ricevute dalla Cairo Communications e dal fondo Clessidra insieme a Equinox sono tra loro diverse e impongono una scelta di campo: mentre il gruppo di Urbano Cairo ha fatto una proposta solo per le attività  televisive che sono in forte perdita, i private equity hanno avanzato un’offerta per tutta la società  compresi i multiplex digitali, un asset che al momento genera utili ma che è destinato a perdere valore in vista delle future aste. Detto questo, il consiglio di Telecom ha giudicato entrambe le proposte poco interessanti e quindi ha deciso di dare mandato al direttore finanziario Piergiorgio Peluso di andare avanti nella trattativa per «negoziare delle condizioni migliorative ». Sia il timing della vendita di Ti Media, sia alcuni errori strategici sul palinsesto scelto dall’ex ad Gianni Stella – che si appresta a lasciare la società  a fine anno – hanno portato i conti del gruppo televisivo in profondo rosso. Le attività  di La7 e Mtv perdono 9 milioni di euro al mese e a fine anno il rosso dovrebbe arrivare a 120 milioni eguagliando i ricavi del gruppo. E così anche il debito della società  sarebbe lievitato e rischia di avvicinarsi a quota 300 milioni, numeri che progressivamente hanno fatto scappare tutti i pretendenti per Ti Media. Telecom aveva iniziato il processo di vendita lo scorso giugno, invitando circa 70 interlocutori a partecipare e ricevendo 15 manifestazioni d’interesse. Poi con il deteriorarsi dei conti dell’emittente e del mercato in generale, solo quattro società  hanno formulato un’offerta non vincolante e alla fine la rosa si è ristretta ancora a due sole proposte, entrambe ugualmente giudicate inaccettabili.


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