Bersani rilancia l’appello al voto utile Il Cavaliere prepara un nuovo contratto

by Sergio Segio | 21 Gennaio 2013 5:35

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ROMA — Monti dice addio alla moderazione e i suoi competitor, ognun per sé, attaccano inasprendo i toni. Le parole più acuminate le sceglie Berlusconi, che respinge come «una mascalzonata» l’accusa di aver portato il Paese al collasso: «L’Italia sul baratro ce l’ha portata lui, con il suo governo dei tecnici». Bersani rimprovera al premier una certa tendenza a guardare le cose dall’alto e rilancia l’appello per il voto utile. Ma il leader di Rivoluzione civile, Ingroia, conferma porte chiuse al centrosinistra: «Noi costruiremo l’unica alternativa a Monti e a chi vuole andare con lui, come il Pd».
La stampella di Bersani
Il più scatenato è il Cavaliere, che prenota per Alfano la presidenza del Consiglio e scaccia con foga il fantasma di un Bersani che stravince: «È fuori dalla realtà ». L’ex premier vede il testa a testa, ma sa che Bersani non chiederebbe certo appoggio al Pdl «perché c’è il trio Monti—Casini—Fini, ruota di scorta della sinistra». Insinuazione respinta da Casini: «Non si capisce perché Monti dovrebbe essere la stampella di Bersani, mentre se Berlusconi apre al dialogo col Pd saltando noi, non è una stampella. Se Bersani e Berlusconi vogliono fare inciuci, liberissimi…». Berlusconi insiste, dice che votando i centristi si vota la sinistra («voti uno e prendi cinque, anche Vendola e Bersani») e accusa gli oppositori di aver falsificato la realtà : «Sono una persona buona, giusta, di grande esperienza politica». E se Monti al Corriere ha dichiarato di voler togliere l’Italia dalle mani degli incapaci, Berlusconi mostra di non sentirsi sfiorato dall’accusa: «Si riferiva ai ministri del suo governo».
Dittatura dei magistrati
Costretto da «accuse infondate» a non candidare tanti fedelissimi, il Cavaliere torna a scagliarsi contro le toghe, dice che «siamo in una dittatura dei magistrati» e che il loro potere va eliminato. Bersani invece si mostra orgoglioso di aver già  messo online le sue liste, epurate da nomi ingombranti come Crisafulli, Papania e Caputo. E adesso, con tutti i candidati in corsa, il segretario rilancia l’appello a non disperdere i voti: «Per battere la destra c’è un solo voto utile ed è quello per il Pd e il centrosinistra. O vinciamo noi o vincono loro».
Ingroia e la mafia
Ma Ingroia non raccoglie, sostiene che Bersani «non vuole combattere davvero Berlusconi» e avverte gli elettori del Pd: «Il loro consenso sarà  utile a Monti, alle banche e al potere finanziario». Il leader di Rivoluzione civile apre un nuovo fronte, denunciando «una certa gentilezza nei confronti della mafia da parte delle alte gerarchie ecclesiastiche». Accuse forti, rivolte direttamente a Ratzinger: «Sarebbe meglio dirgli di leggersi cosa diceva Wojtyla a proposito della mafia». E poi, sfidando Berlusconi: «La mafia impedirà  con ogni mezzo la nostra vittoria, mentre sosterrà  i candidati del Pdl». Parole mitigate in serata: «Mai detto che sosterrà  Berlusconi».
Duello tv
Berlusconi lavora a un nuovo contratto con gli italiani in cui prevede, tra l’altro, di vietare la pubblicazione delle intercettazioni e innalzare il limite di spesa in contanti. E se l’ex premier si dice pronto a un duello a quattro in tv con Monti, Bersani e Ingroia, il segretario del Pd non ha fretta: «Berlusconi ha fatto 63 ore in tv, Monti 62 e io 20. Io sono per la modica quantità ».
Monica Guerzoni

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