Centristi, in lista chi firma il «codice Monti»

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ROMA — Una giornata campale, l’ennesima, con le ultime discussioni sulle liste. Lette, rilette, limate e corrette, in attesa del vaglio finale di Enrico Bondi. Mentre l’Udc discuteva ancora gli ultimi capilista, les jeux sont faits per la lista «Scelta civica con Monti per l’Italia», alla Camera, e per il listone unico del Senato. Pronto anche il documento — chiamato «Criteri di candidabilità  delle liste della coalizione Monti» — che ogni candidato dovrà  firmare. Un vero atto che sancisce gli «impegni personali» di chi si presenterà .
Si tratta di due pagine nelle quali il candidato dichiara di sentirsi impegnato, sul suo «onore», «per la piena e completa realizzazione dei principi e degli obiettivi contenuti nell’Agenda Monti, nonché per la riforma dei regolamenti parlamentari, al fine di impedire la proliferazione dei gruppi parlamentari, ridurne le spese di funzionamento, rendendone pubblici, trasparenti e pienamente accessibili i bilanci, nonché le singole spese e i singoli pagamenti». Il candidato si impegna anche «a fare parte per la prossima legislatura dell’unico gruppo della coalizione che sarà  costituito presso ciascun ramo».
Impegno che non potrà  avere, evidentemente una sanzione effettiva, ma che resta un vincolo politico rilevante. Il testo prevede cinque punti chiave. Si comincia con l’auto dichiarazione di non aver riportato condanne penali definitive, di non aver concordato patteggiamenti né di essere soggetto a procedimenti penali al momento della presentazione delle liste. Poi c’è l’impegno a presentare la denuncia dei redditi del 2011 e lo stato delle attività  patrimoniali; l’impegno, nel caso in cui si entri in commissioni di tipo economico o in casi di conflitto di interessi, ad alienare, sottoporre a blind trust o dare in gestione la partecipazione in società  concessionarie di pubblico servizio o di licenze televisive o di testate editoriali. Ma c’è ancora altro: l’impegno a comunicare l’identità  dei finanziatori, diretti o indiretti, della campagna elettorale, e a comunicare tutte le cariche di cui si è titolari.
Norme strette, come si vede, attraverso le quali sono passati tutti i candidati delle liste montiane, che vedono una forte presenza dell’associazionismo cattolico. Nella «Scelta civica», alla Camera, ci sono comunque nomi di cui si è parlato molto negli ultimi giorni: Alberto Bombassei, Ernesto Auci, Annalisa Minetti, Valentina Vezzali. Ci sono alcuni responsabili tematici di Italia Futura, da Edoardo Nesi a Irene Tinagli, oltre allo stato maggiore: Andrea Romano, Carlo Calenda, Simone Perillo, Lelio Alfonso. Ci sono poi Lorenzo Dellai, Renato Balduzzi, Gregorio Gitti. E, tra i capilista, anche alcuni nomi meno noti: oltre all’imprenditrice siciliana del vino Gea Planeta, Salvatore Matarrese (Puglia), Pierpaolo Vargiu (Sardegna) e Federico Fauttilli (Lazio 2).
L’Udc schiera tutti i suoi dirigenti più importanti: Pier Ferdinando Casini e Roberto Rao (al Senato), Lorenzo Cesa, Rocco Buttiglione e Mauro Libè. E c’è Paola Binetti. Tra gli esclusi eccellenti c’è Enzo Carra, che ha espresso la sua amarezza sul blog: «Casini nel darmi la notizia della mia esclusione l’ha motivata con il no di Monti il quale non ha ammesso eccezioni al codice etico. La mia condanna di vent’anni or sono per false o reticenti dichiarazioni al pm (il pm era Antonio Di Pietro) riguardava vicende della Dc alle quali ero totalmente estraneo, come è stato del resto riconosciuto ampiamente». Al Senato, in Lombardia, in testa alla lista ci sono Gabriele Albertini, Pietro Ichino e Mario Mauro (seguiti dal finiano Della Vedova). Il mondo dell’imprenditoria è schierato con Luciano Cimmino, manager Yamamay, capolista in Campania per Scelta Civica. Tra gli ex ministri di Monti, quello della Salute Renato Balduzzi (Piemonte, Camera 2) e quello dell’Agricoltura Mario Catania (che trova posto nelle liste Udc). Tra gli altri nomi, in Piemonte al Senato c’è il presidente dei direttori Asl Giovanni Monchiero; in Lombardia alla Camera la presidente Fai Ilaria Borletti Buitoni e il magistrato Stefano Dambruoso; in Veneto alla Camera Ilaria Capua, virologa di fama, ed Enrico Zanetti, esperto di fisco. Tra i più giovani Lentino (33 anni) del Forum nazionale giovani, e De Vecchi (29) rappresentante studentesco quando Monti era presidente alla Bocconi.


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