Crocetta «congela» le antenne americane. Gli Usa: utili a voi

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Un piano contestato da anni quello della stazione Muos di comunicazione satellitare tra le forze statunitensi. Un piano dagli oppositori ritenuto pericoloso per la salute degli abitanti di Niscemi e per le comunicazioni del vicino aeroporto di Comiso, forse in procinto di aprire. Un piano bloccato la notte fra giovedì e venerdì da centinaia di manifestanti riusciti a intercettare le gru e uno stuolo di camion arrivati quatti quatti, scortati da truppe antisommossa.
Scontri duri sulla statale per Caltagirone. Sit-in e cariche. Tanti contusi, ma nessun ricovero in ospedale. Un braccio di ferro culminato in un’alba d’inferno e in una giornata segnata dalla reazione del governatore della Sicilia. Con l’ordine agli americani di sospendere i lavori. Con la minaccia del ritiro delle autorizzazioni già  rilasciate dal suo predecessore, Raffaele Lombardo.
Ovazioni per Crocetta da parte dei comitati, sostenuti anche da grillini e tanti esponenti di sinistra già  uniti in una mozione discussa l’8 gennaio all’Assemblea regionale per la «sospensione atti amministrativi istallazione Muos Niscemi». Ma non si tratta di una querelle fra Palermo e Washington, ovviamente. Che ci sia un interesse nazionale e internazionale alla installazione lo ha scritto a chiare lettere il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri con una missiva inviata al governatore il 7 gennaio. «Con tempistica sospetta», insinua uno dei 15 neodeputati grillini all’Assemblea, Francesco Cappello, primo firmatario della mozione. Posizione opposta alla puntualizzazione diffusa ieri sera dall’ambasciata statunitense: «L’Italia, in quanto membro della Nato e partner importante per la sicurezza e la pace a livello internazionale, così come gli altri membri dell’Alleanza, trarrà  beneficio dal Muos a sostegno delle operazioni Nato».
No, Crocetta non vuole fare la guerra agli Usa. Ma punta i piedi e invita la Marina americana ad alcuni adempimenti: «Hanno presentato una consulenza sull’impatto sanitario affidato a uno studio di ingegneria. Nulla dicono sugli effetti che gli impianti potrebbero avere sulla navigazione aerea, sulle rotte di Comiso. Né esiste una stazione di monitoraggio delle onde elettromagnetiche…».
Di qui la sospensione annunciata ieri con una conferenza stampa a Palazzo d’Orleans e con i rilievi sui «vizi di nullità », come li definisce Crocetta: «Può darsi anche che abbiamo torto, per carità , ma gli americani ci dimostrino che hanno fatto gli studi in regola. Non vogliamo fare una guerra, ma chiediamo garanzie».


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LE GARANZIE DELLA COSTITUZIONE

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 Stupisce che nello scontro in atto tra “revisionisti” e “difensori” della Costituzione sia assente o ai margini, la questione-madre di tutte le questioni istituzionali. È la questione delle garanzie sostanziali del nostro ordinamento. Quelle che riguardano il cittadino come persona, come elettore, come rappresentato in Parlamento.

EFFETTI COLLATERALI

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Mettiamo che tutto vada liscio nella road map delineata dal presidente della Repubblica, e sostenuta pure dal presidente degli Stati uniti. Mettiamo pure che tutto, oltre che liscio, vada per il meglio: che Mario Monti riesca a risollevare i conti pubblici e ad abbassare lo spread facendo il contrario di quello che è prevedibile che faccia, cioè con la patrimoniale, senza macelleria sociale, senza vendere il Colosseo e rilanciando l’occupazione, la produzione e i consumi. Mettiamoci infine l’auspicio che dal suo governo nasca una legge elettorale accettabile.

Renzi a Cer­nob­bio con lo scalpo dell’articolo 18

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