Da oggi il nostro viaggio nel terzo settore che non ce la fa più

Loading

ROMA – “Chiusi per crisi”. Anche il mondo del terzo settore e dell’associazionismo fa i conti con la crisi economica e, più in generale, con una carenza di risorse pubbliche che si fa sempre più pesante. Ma in questo caso con un evidente paradosso. Ad entrare in crisi infatti sono sempre più spesso quei servizi a carattere sociale o socio-sanitario che si occupano di persone in difficoltà  proprio a causa della crisi e che, visto il periodo che stiamo attraversando, assumono un ruolo decisivo proprio nel contrasto di quel disagio.
La tendenza era chiara già  da tempo. Il taglio del 90 per cento ai fondi sociali nazionali dal 2008 al 2012 ha messo in difficoltà  gli enti locali, che hanno retto finora ma che affronteranno un 2013 difficilissimo. Redattore Sociale da mesi pubblica notizie su strutture costrette a sospendere l’attività  a causa di tagli o di mancate erogazioni da parte delle amministrazioni pubbliche. Le stesse che, a loro volta, al non profit si erano appoggiate in una logica di sussidiarietà  e competenza.

E’ di mercoledì scorso ad esempio la notizia della chiusura a Napoli delle comunità  per bambini e ragazzi dell’associazione Itaca. Dopo sedici anni di lavoro con i ragazzi difficili, sospendono i servizi tutte le comunità  – 98 – lasciando 600 minori senza assistenza e senza lavoro mille operatori. Il motivo: pagamenti non rispettati dall’amministrazione, con arretrati di ben tre anni (vedi lancio del 16.01.2013). A dicembre avevano rischiato di chiudere le docce comunali per i senza dimora a Milano (servizio poi procrastinato fino a febbraio, vedi lancio del 10.12.2012), a causa della mancanza di fondi che ha costretto Palazzo Marino a indire bandi di gara troppo svantaggiosi per le cooperative sociali che gestiscono queste strutture.
Soldi finiti al Sant’Alessio di Roma per i non vedenti con minorazioni aggiuntive assistiti dall’ente in base alla legge 284/1997, servizi sospesi dal 7 gennaio per oltre 200 utenti e circa 180 operatori senza lavoro (vedi lancio del 10.01.2013). E sempre a Roma è a rischio anche l’ambulatorio di riabilitazione del Centro educazione motoria (Cem): la battaglia per la prosecuzione dei servizi di cura e riabilitazione dei familiari delle persone disabili si scontra con il grave deficit di bilancio del Comitato provinciale della Croce Rossa (vedi lancio del 11.01.2013)

Parte oggi, allora, un viaggio attraverso il terzo settore che non ce la fa più. Lo abbiamo intitolato appunto “Chiusi per crisi” e consisterà  in un racconto pressoché quotidiano di storie da ogni parte d’Italia. Le prime due vicende riguardano il centro antiviolenze “Renata Fonte” di Lecce e il Centro Territoriale Mammut di Napoli, che si occupa di dispersione scolastica e formazione di bambini e adolescenti a Scampia.
L’invito ai lettori è di segnalarci storie simili all’indirizzoredazione@redattoresociale.it o al n. verde  800 401301. Ce ne occuperemo senz’altro con i nostri giornalisti.

 

© Copyright Redattore Sociale


Related Articles

Crescono gli homeless, “sempre più italiani in strada”

Loading

 

Sono 2.360 le pratiche seguite dai volontari dell’associazione Avvocati di strada nel 2011. Un numero in aumento rispetto al 2010, perchè la “crisi economica ha indebolito ulteriormente la categorie più fragili e ne ha create di nuove”

No a indulti e amnistie: piano carceri del M5S. ”Applicare quello del Dap”

Loading

No al commissario straordinario, niente indulti o amnistie, il Movimento Cinque Stelle propone un piano carceri alternativo al decreto del governo all’esame di Montecitorio, quello elaborato dal Dap

«L’evacuazione non è riuscita» Gli errori dell’equipaggio nell’atto d’accusa della Procura

Loading

Una famiglia di tre persone sopravvissute alla tragedia ha deciso di presentare una denuncia affidandosi al team di legali che già assistono un gruppo di circa cento naufraghi della Costa Concordia

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment