Fiat-Chrysler da record nelle Americhe

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TORINO — Meno male che ci sono le Americhe. Le vendite di Fiat e Chrysler fanno segnare numeri record sia in Usa e Canada che in Brasile. Con il consuntivo annunciato ieri, il gruppo vende oltre Atlantico i due terzi del totale. Nella torta complessiva il mercato italiano vale solo un ottavo. Sono i numeri, prima ancora di ogni altra considerazione a spiegare come sono distribuiti i pesi nel gruppo nato dalla fusione tra Torino e Detroit. E se ieri il Lingotto ha annunciato di aver presentato la seconda richiesta per salire di un altro 3 per cento in Chrysler, è facile immaginare che presto quello squilibrio è destinato a farsi sentire ancora di più nelle scelte strategiche del gruppo. È chiaro che la cessione delle quote al prezzo indicato dalla Fiat avverrà  solo dopo la soluzione della controversia legale che oppone il fondo del sindacato americano al Lingotto. Ma è altrettanto evidente che quando la discussione legale si concluderà  e Torino avrà  trovato un accordo con il fondo, si aprirà  la strada della completa fusione tra i due gruppi e della conseguente quotazione. Che significa probabilmente per Marchionne poter utilizzare la stessa cassa per le due sponde dell’Atlantico ma anche dover rendere conto ai nuovi azionisti americani per quale motivo si continua a investire in un’area europea che pesa tanto poco nel fatturato complessivo.
Il record delle vendite in Usa nasce dalle performances di marchi tradizionali come Jeep, Dodge e Chrysler ma anche dal successo della Fiat 500 che, dopo le difficoltà  degli anni scorsi, riesce finalmente a superare il muro dei 50 mila pezzi venduti nel Nord America. In Usa Detroit vende 1.651.787 auto e veicoli leggeri, il 21 per cento in più dello scorso anno. A dicembre buon incremento delle vendite anche per la Dodge Dart, l’auto che dovrebbe preparare lo sbarco dell’Alfa Romeo negli Usa. La Dart spinge le vendite anche in Canada dove il gruppo immatricola oltre 240 mila automobili. I dati Usa sono i migliori dal 2007, a dimostrazione che la più piccola delle case americane ha ampiamente superato la crisi del 2009. Se il trend di crescita si manterrà  nei prossimi anni, si renderà  davvero necessario l’utilizzo degli stabilimenti europei annunciato da Marchionne per soddisfare il mercato d’oltre Atlantico.
Lusinghieri per il Lingotto anche i risultati del Sudamerica: «Il 2012 è stato l’anno migliore dei 36 di permanenza della Fiat in Brasile», dice Clodorvino Belini, presidente di Fiat Chrysler in America Latina. Con 838 mila auto vendute e 759 mila prodotte, il gruppo batte tutti i record precedenti e mantiene la leadership del mercato. Protagonista del successo la Fiat Uno che immatricola 255 mila pezzi.
A questo punto non è difficile tirare le somme. In Usa, Canada e Brasile il Lingotto immatricola circa 2,7 milioni di auto contro le 900 mila vendute nell’Europa in crisi. In Italia le vendite Fiat nel 2012 sono state 451 mila, una fetta davvero piccola rispetto al totale.


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