Fiat, pareggio in Europa nel 2015

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   TORINO – Fiat chiude il 2012 con un utile di 1,4 miliardi di euro. Un risultato superiore alle attese ma ancora frutto di una somma algebrica tra i più che arrivano dalle due Americhe e il vistoso meno dell’Europa. Sarà  così ancora per due anni: «Prevediamo il pareggio delle attività  europee nel 2015-2016», dice Sergio Marchionne agli analisti dopo avere chiuso la riunione del cda eccezionalmente convocata nel nuovo stabilimento Maserati di Grugliasco dove i vertici Fiat lanciano la produzione della nuova Quattroporte.
Nonostante i conti europei ancora in rosso (una perdita di 700 milioni), la sensazione è che la parte più dura della crisi sia alle spalle. L’ad conferma: «Non intendiamo chiudere stabilimenti in Italia o ridurre gli organici» mentre John Elkann, afferma: «La scelta di Fiat di continuare a produrre in Italia è stata una scelta difficile». «In ogni caso – raccomanda Marchionne – non usate la Fiat a fini politici». In serata, incontrando i sindacati firmatari degli accordi, Marchionne dice che «entro un semestre» si troverà  una soluzione per la produzione a Mirafiori. Secondo Di Maulo del Fismic nello stabilimento torinese si «realizzeranno tre modelli Alfa e un suv Maserati». Per Angeletti della Uil «i modelli dell’Alfa saranno due». Bonanni della Cisl conferma che «prosegue il piano di investimenti della Fiat negli stabilimenti italiani». «I piani stanno diventando realtà  concreta», osserva per l’Ugl Centrella.
Anche sul versante delle relazioni sindacali Marchionne apre uno spiraglio: «Per i 19 lavoratori di Pomigliano in mobilità  troveremo una soluzione, i colloqui sono in corso». I 19 sono gli operai della fabbrica napoletana per i quali il Lingotto aveva aperto la procedura che porta al licenziamento in risposta all’obbligo imposto dal tribunale di assumere altrettanti iscritti alla Fiom e sanare così la discriminazione nei confronti dei cassintegrati della Cgil. L’impegno di Marchionne a «trovare una soluzione» potrebbe significare che anche l’azienda sta cercando di evitare i licenziamenti. Nei giorni scorsi la Fim di Napoli aveva ipotizzato la nascita di una nuova società  del gruppo per assumere tutti gli attuali cassintegrati del vecchio stabilimento.
La realtà  di oggi sono le linee della nuova Maserati che, secondo l’azienda, dovrebbero produrre 50 mila auto all’anno esportandone il 95 per cento. «Entro fine anno tutti i cassintegrati della fabbrica saranno al lavoro», promette Marchionne rispondendo alle preoccupazioni della Fiom. Oggi dei 1.000 dipendenti lavorano circa 500. Nonostante la ripartenza degli investimenti i vertici del Lingotto continuano ad essere prudenti: nell’assemblea convocata per il 9 aprile prossimo non saranno distribuiti dividendi mentre il cda ha autorizzato l’emissione di obbligazioni «fino a 5 miliardi». Il titolo ha pagato perdendo oltre il 4 per cento.


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