L’aeronautica: «F35 indispensabili» E la sinistra si bombarda da sola

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NOVARA. Giù le mani dagli F35. A solo sentir parlare di una possibile riduzione del numero di cacciabombardieri, come ha fatto martedì il leader del Pd Pierluigi Bersani, l’Aeronautica militare insorge. «E’ indispensabile» per la difesa italiana fa sapere. Di più: «Non esistono alternative adeguate» che possano sostituirlo. E infine: l’F35 rappresenterà  «la spina dorsale della forza aerea nazionale nei prossimi 40 anni». Insomma, guai a chi li tocca.
Per l’occasione l’Aeronautica ha aperto ai giornalisti il polo di Cameri, in provincia di Novara, dove verranno assemblati i caccia, il primo dei quali è stato annunciato per la primavera del 2015. Presenti anche i rappresentanti delle 60 aziende italiane coinvolte nel programma e capeggiate da Alenia Aermacchi. «Ridimensionare il programma sarebbe un disastro. L’Italia non può restare fuori da questa partita», fa sapere l’Aeronautica.
In realtà  l’Italia potrebbe fare tranquillamente a meno dei superbombardieri, e per tanti motivi. A partire dal costo, che oscilla tra i 90 e i 127 milioni di euro per ogni velivolo (15 miliardi di spesa totale, comprensivi di 1,6 miliardi di spese fisse già  sostenute e 2,3 miliardi di logistica), per finire col fatto che l’acquisto creerebbe un ulteriore dipendenza nei confronti degli Stati uniti, gli unici in grado di intervenire sugli aerei in caso di guasti. E a proposito di «imperfezioni» , basti ricordare l’allarme contenuto nel rapporto del Pentagono, secondo il quale il caccia prodotto dalla Lockeed Martin potrebbe essere messo a rischio dai fulmini per il modo in cui è stato costruito il serbatoio. Problemi che la nostra Aeronautica ieri ha definito «normali in questa fase di sviluppo e verranno via via corretti».
A sinistra intanto si è capaci di litigare anche su una proposta come quella di Bersani che invece avrebbe dovuto unire le varie formazioni. Che invece preferiscono polemizzare ricordando al Pd che non si è mai opposto all’acquisto degli F35. Cosa per altro vera, come ricorda Flavio Lotti della Tavola della Pace oggi candidato con Rivoluzione civile di Antonio Ingroia. Lotti fa l’elenco di tutte le volte in cui il Pd ha appoggiato, direttamente o indirettamente, la scelta degli F35. Ad esempio: «Il 28 marzo 2012 il Pd si è rifiutato di approvare una mozione presentata dall’onorevole Savino Pezzotta che proponeva la cancellazione del programma F35». Oppure: «il ministero della Difesa ha già  ordinato nel 2012 tre F35 impegnando altri 270 milioni con il pieno consenso del Pd». E si potrebbe continuare. Conclusioni di Lotti: «Bersani dice una cosa e ne fa un’altra». E Ingroia aggiunge: «Basta leggere i resoconti parlamentari per capire che siamo di fronte a un inganno».
Anche Di Pietro rimprovera a Bersani gli errori del passato: «In Italia la campagna elettorale fa più miracoli di San Gennaro», dice il leader dell’Idv. «Quelli che fino a ieri ammazzavano di tasse i poveracci si convertono a giurare di volere toglierle tutte. Quelli che, come il Pd, avevano appoggiato tutte le spese militari e bocciato persino il nostro ordine del giorno per bloccare l’acquisto degli F35 cambiano idea da un momento all’altro e promettono di tagliarle». Nella mischia anche Grillo, che però sbaglia mira: «Ora lo dicono tutti, ma la legge per comprare i bombardieri l’hanno votata loro» fa sapere il comico polemizzando con Pd. Che risponde a stretto giro di posta: «Beppe Grillo ci dica qual è questa legge e su quale Gazzetta Ufficiale è stata pubblicata, perché a noi non risulta che il parlamento abbia mai votato una legge ‘per comprare bombardieri’. Così semina solo molta confusione».


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