“Le politiche della Merkel un autogol”

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DAVOS — Ci sono tre cose che non piacciono affatto a George Soros: la prima è l’Eurozona divisa tra creditori e debitori; la seconda è che a comandare su tutti sia la Germania; la terza è la politica che la Germania ha imposto ai debitori. Soros è stato principe dei finanzieri, creatore di hedge fund, autore di gigantesche speculazioni valutarie. Ora, affidati i suoi fondi a più giovani manager, è generoso filantropo e analista finissimo, ideatore della teoria della “Comprensione imperfetta” alla quale ha già  dedicato un paio di best seller. «L’euro è stato salvato da Draghi e dalla Germania e i mercati sono rassicurati – dice Soros parlando a Davos alla stampa internazionale – ma l’ottimismo è prematuro perché gli squilibri ci sono ancora tutti».
Considera ancora l’Eurozona un focolaio di crisi?
«Mi spaventa che l’Eurozona sia divisa in due tra Paesi creditori e Paesi debitori, con i primi che esercitano il potere imponendo ai secondi di ridurre il debito riducendo il pil. E’ una politica sbagliata che fa male all’intera Eurozona».
Vede rischi a breve termine?
«No, i problemi non esploderanno subito. La Germania continuerà  a fare il minimo indispensabile per evitare che l’euro salti, rendendo permanente questa divisione tra il centro e la periferia, con quest’ultima in una situazione altrettanto permanente di minorità  e di difficoltà . Tutto questo non è nella filosofia dell’Unione Europea, che è nata come una società  aperta tra uguali».
Ci sono vie d’uscita?
«Io avevo proposto l’uscita della Germania dall’euro, che piaceva molto alla Bundesbank, ma è stata bocciata dai super-europeisti. Quello che potrebbe accadere è che Merkel cambi linea. La sua è sbagliata e, quando questo diventerà  pienamente evidente, essendo una politica molto abile, potrebbe decidere di cambiarla. Lo scopriremo dopo le elezioni di settembre».
Quali previsioni fa per il 2013?
«Turbolenza, soprattutto sui mercati valutari, che peraltro sono stati rimarchevolmente stabili per un periodo lungo, poi nei tassi di interesse, quindi a livello politico e sociale».
In questa turbolenza l’euro è condannato a rafforzarsi?
«La Bce è l’unica banca centrale ad operare in maniera classica. Ora che anche quella giapponese si sta forzatamente convertendo a politiche più generose, l’euro si rafforzerà  verso lo yen e questo inciderà  sulle esportazioni tedesche che competono con quelle giapponesi. Potrebbe essere uno dei fattori che spingeranno Merkel a cambiare politica».
L’Italia è ancora un fattore di rischio per l’Eurozona?
«Monti è un tecnocrate di grande intelligenza. Ha provato a resistere alle politiche tedesche ed ha proclamato a giugno una vittoria che non lo era affatto, perché era stato lasciato solo dagli altri partner. Ora la scena politica si è di nuovo deteriorata con Berlusconi che sta recuperando forza con la sua posizione anti-euro. Ma prevedo che dopo le elezioni il centro-sinistra avrà  il controllo della Camera e, insieme a Monti, quello del Senato. E’ il migliore risultato che ci possiamo augurare».


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