«Non siamo amiconi delle banche»

Loading

ROMA — Lo scandalo Mps approda in Parlamento col suo pesante fardello di interrogativi e polemiche politiche, con il Pd determinato a smentire responsabilità  mentre gli altri partiti provano a gettare il peso della vicenda sulle spalle di Bersani. Ma il segretario, che rischia di vedere erodere il margine di vantaggio sugli avversari, non si farà  mettere sul banco degli imputati: «Se c’è da parlare di un problema serio siamo disponibili, altrimenti è chiaro che non siamo delle mammolette…».
Il leader democratico aveva ammonito Pdl e Lega e chiunque altro osi parlare di scorrettezza da parte del Pd e ieri ha chiarito l’uso di un termine che ha scatenato reazioni anche aspre: «Qualcuno si è stupito perché ho detto “li sbraniamo”, ma io ovviamente intendevo sbranare con gli argomenti». Bersani smentisce che i democratici siano «amiconi delle banche», sbandiera le battaglie del Pd in Parlamento sui derivati e avverte il centrodestra: «Personaggi che dovrebbero ricordarsi il Credito cooperativo fiorentino e Credieuronord, non dovrebbero nemmeno azzardarsi a parlare».
Anche Mario Monti prende le distanze dalla vicenda. Il premier dimissionario respinge come «una balla» l’idea «strampalata» che lo Stato abbia raccolto i soldi dell’Imu «per ripianare la situazione del Monte dei Paschi». Il Professore ha «piena fiducia in Bankitalia, «in chi la governa e in chi l’ha governata» e, sull’ipotesi di commissariare la banca toscana, sta bene attento a non influenzare il mercato: «Lascio a Grilli la presa di posizione su alcuni aspetti della realtà  corrente».
Parlando a Omnibus, su La7, il capo del governo assicura di non essersi pentito di aver candidato Alfredo Monaci, ex consigliere del Monte dei Paschi: «Non ne vedo ragioni». Spiega che l’Italia ha dato aiuti alle banche «in misura limitatissima» e certo non si è trattato di aiuti ai banchieri responsabili di dissesti. I Tremonti bond, ha inoltre ricordato Monti, avevano un tasso di interesse «sensibilmente più basso» di quelli che il suo governo ha autorizzato per Mps: dei 3,9 miliardi stanziati, due riguardano «la sostituzione dei nuovi bond a quelli di Tremonti», a condizioni migliori per lo Stato.
La Cisl propone che i debiti di Mps con l’erario si trasformino, se necessario, in un pacchetto azionario di proprietà  del Tesoro. «Siamo molto preoccupati» per le ripercussioni sul sistema bancario, sui risparmiatori e sui lavoratori, è lo stato d’animo di Raffaele Bonanni. Per il verde Angelo Bonelli lo scandalo è ben peggiore di quello Parmalat e Antonio Ingroia, candidato premier di Rivoluzione civile, dice di aver fiutato «odore di tangenti».
Stefano Fassina respinge «strumentalizzazioni» a carico del suo partito. «Il Pd come partito non c’entra nulla», ribadisce Massimo D’Alema. E ricorda che sono stati gli attuali amministratori a portare gli atti in Procura e «avviare l’operazione trasparenza». 
Monica Guerzoni


Related Articles

Fondo Monetario: l’Italia galoppa verso la recessione

Loading

L’economia italiana crescerà del 3,2% nel 2022 e si contrarrà di 0,2 nel 2023. Lo sostiene il World Economic Outlook reso noto ieri dal Fondo Monetario Internazionale

ADDIO AL SOGNO AMERICANO

Loading

 Negli Usa l’ascensore sociale si è bloccato

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment