Premier senza spot tv né Web Ma prepara l’Agenda 2

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ROMA — Spot nelle tv private, quelli che possono essere trasmessi sino a due giorni prima del voto? «Non ci abbiamo ancora pensato». Ma forse Berlusconi e Bersani sì; e trenta secondi di spot sarebbero per Monti una completa novità  e una bella fatica. O no? «Noi siamo appena partiti, siamo in campo da appena 15 giorni», dice Lelio Alfonso, uno dei coordinatori della campagna elettorale di Mario Monti, senza negare la rincorsa di queste ore.
Gli scatolini vengono stipati in un appartamento in via del Corso, sono uffici piccoli, conteranno al massimo una ventina di persone. Quante esattamente? «Non sappiamo ancora, non siamo una struttura elettorale classica, non siamo un partito, siamo qualcosa di molto diverso e per necessità  più snella», è la risposta sincera e in qualche modo affannosa.
Nel media center andranno a lavorare volontari, alcuni uomini di Monti, altri provenienti dalla struttura di Italia Futura, innesti come l’ex direttore del Tempo, Mario Sechi. La campagna del Professore è appena partita e deve affrontare mille incertezze: se digiti nome e cognome su Google non trovi il sito di Scelta civica nelle prime due pagine, l’unico ufficiale dell’impegno politico del Professore. Si correrà  ai ripari con un sito web dedicato alla persona. Ma non è così per Bersani e Berlusconi, che nel web sono presenti con il loro nome già  da tempo e in modo più diretto.
E dire che alcune grandi società  italiane di pubblicità , comunicazione e marketing (gruppi come Armando Testa, Ammiro e Y2K) stanno cercando un contatto per offrire la propria consulenza, in modo anche gratuito, ma sino ad ora non sono riuscite a individuare un’interfaccia nel team elettorale del premier dimissionario. Almeno per avere una risposta.
Sono curiosità  che hanno allarmato anche esponenti politici molto vicini a Monti. Oggi si terrà  una riunione su questi temi, ma in alcuni casi non si riesce nemmeno a contattare il diretto interessato: il premier dimissionario ha un’agenda ufficiale che gli sottrae alcune ore al giorno, nessuno è stato ancora in grado di sottoporgli tutti gli appuntamenti del tour in giro per l’Italia. Uno solo spicca al momento come confermato ed ha un alto valore simbolico: Bergamo, un incontro con tutti i candidati della Lista Monti, nel cuore del voto padano.
Fra l’elettorato di Bossi, forse nel prossimo weekend, il Professore potrebbe svelare parti di un programma nuovo, in via di definizione in queste ore. C’è un team apposito che lo scrivendo: «L’Agenda Monti sarà  declinata in concreto con un buon numero di proposte fiscali, divise in quattro grandi settori: Famiglia, Giovani, Lavoro e Donne. Proposte che cercheranno di essere rivoluzionarie, dettagliate sino alla copertura finanziaria necessaria per introdurle nel Paese».
Potrebbe assumere le forma di un’Agenda 2, il vero programma elettorale del Professore. Ma è ancora avvolto nel mistero, persino per gli alleati, a cominciare dall’Udc di Casini, dove non si nasconde una punta di disappunto per l’eccesso di riserbo, «quasi fosse tutto segreto!». Anche gli alleati chiedono di saperne di più.
Nonostante la ricorsa, l’affanno e alcuni inconvenienti si fanno calcoli elettorali, in qualche modo ottimistici: «Siamo gli unici che possono crescere, abbiamo una prateria davanti a noi, gli indecisi sono ancora fra il 35% e il 40% e chi alla fine deciderà  di andare a votare è più probabile che scelga un’offerta nuova come la nostra, il giudizio su Berlusconi e Bersani dovrebbe in gran parte essersi già  formato».


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