Renault taglia i posti, 7.500 via entro il 2016
Il taglio riguarderà i lavoratori delle sole fabbriche francesi e sarà ripartito in due blocchi: 5700 posti salteranno in mancanza di turnover, per gli altri 1800 dipendenti ancora attivi, le modalità di uscita, secondo quanto afferma l’azienda, dovrebbero essere oggetto di un negoziato con le controparti sindacali. La casa automobilistica francese fa comunque i suoi piani e annuncia che, per accompagnare a fine carriera questi lavoratori, ricorrerà all’estensione della cosiddetta Dacs (Dispense d’activité des carrières spécifiques) a «tutti i collaboratori, qualunque sia il loro status ed escludendo dalla valutazione il criterio relativo al carattere usurante». Contrariamente alla regola, che finora ha inteso gravosità e ed età come i criteri essenziali del ricorso a questo istituto.
I dirigenti di Renault hanno cura di spegnere sul nascere qualunque incendio e, all’uscita di un incontro con le organizzazioni dei lavoratori, il responsabile delle operazioni sul territorio francese, Gérard Leclercq, inaugura la litania delle rassicurazioni: «Un accordo con i sindacati permetterebbe la ricollocazione degli effettivi senza chiusure di siti produttivi né piani di salvaguardia dei posti di lavoro né partenze volontarie», dice il dirigente. Un ragionamento il cui scenario di fondo è affidato a un comunicato aziendale: «Nella prospettiva di una progressiva ripresa del mercato europeo, l’intesa consentirebbe una crescita della produzione più sostenuta in Francia rispetto alla media del settore in Europa».
Secondo la Cgt, il maggior sindacato francese, la musica però è un po’ diversa: «Non abbiamo ricevuto alcuna notizia riguardo alla ripartizione dei tagli tra i vari siti e le diverse categorie di lavoratori – afferma Xavier Raynaud, vice delegato centrale Cgt -. L’unica cosa certa è che i dipendenti del gruppo sopra i 55 anni sono 8000. Per noi non è un problema che li si mandi in pensione anticipatamente, ma non ci sono altri pronti a sostituirli e faranno la festa a quelli che restano. Questa direzione ci sta portando allo sfascio».
Ad oggi, il gruppo Renault impiega circa 45000 dipendenti in Francia e il 15% del suo capitale è di proprietà dello stato. L’azienda è impegnata in un confronto con i sindacati sulla revisione di salari e tempi di lavoro in tutti gli stabilimenti del paese: in cambio, ha promesso di non chiuderne nessuno, per tutto il periodo di durata dell’accordo.
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