8 per mille, niente fondi per i rifugiati: “Una beffa di Stato”

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ROMA – Otto per mille azzerato per il secondo anno consecutivo: per le associazioni è una “beffa di Stato” che lascia senza fondi i progetti a favore dei rifugiati. È quanto denuncia un cartello di organizzazioni in una nota diffusa oggi che commenta la notizia del 26 gennaio con cui la presidenza del Consiglio dei Ministri ha comunicato l’esaurimento del fondo Otto per Mille 2012, di circa 181 milioni di cui 121 destinati per esigenze di protezione civile. A lamentare l’accaduto e la sottrazione di risorse destinate ai rifugiati il Consiglio Italiano per i Rifugiati (Cir), l’Associazione A buon Diritto, l’Associazione Centro Astalli, l’Associazione Cittadini del Mondo, l’Associazione Somebody, il Centro interculturale Abusuan – Bari, la Cooperativa Ruah – Bergamo, la Cooperativa Sociale Ethica, la Fondazione Franco Verga – Milano, l’ICS – Ufficio Rifugiati Onlus, l’Istituto Don Calabria – Comunità  San Benedetto – Verona, la Società  Cooperativa Sociale O.R.S.O. – Torino. 

“I soldi che i cittadini italiani scelgono di destinare allo Stato dalle loro personali dichiarazioni dei redditi – spiegano le associazioni – per legge debbono essere utilizzati “per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità  naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali”. E invece, lamentano le organizzazioni, è il secondo anno consecutivo che va a finire così. “È ormai utilizzato come un piccolo tesoretto nelle mani del governo di turno”. Secondo le organizzazioni, i progetti che non sono stati finanziati per “azzeramento fondi” volevano realizzare interventi per favorire l’inserimento lavorativo e l’autonomia alloggiativa, garantire cure mediche specifiche per le persone vulnerabili, facilitare il ricongiungimento familiare. I progetti che non sono stati finanziati per “azzeramento fondi” volevano, tra l’altro, realizzare: interventi per favorire l’inserimento lavorativo e l’autonomia alloggiativa, garantire cure mediche specifiche per le persone vulnerabili, facilitare il ricongiungimento familiare.

“In un Paese in cui gli interventi di sostegno e assistenza a favore dei rifugiati sono sporadici è paradossale questo cambiamento d’uso – aggiungono le organizzazioni -. Una vera beffa, di fronte ai contribuenti Irpef ma anche di fronte agli Enti locali ed associazioni che vengono formalmente invitati ogni anno dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri a presentare progetti articolati e documentati entro il 15 marzo per poi sapere 10 mesi dopo che si è trattato solo di uno scherzo”. Al governo, le organizzazioni chiedono di attenersi alla normativa in vigore, “che vincola l’utilizzo ai precisi interventi per cui il fondo è destinato e che ripartisca in maniera stabile ed equa tra le diverse aree”. Buona, però, la notizia dell’elaborazione di uno schema di decreto del presidente della Repubblica per modificare il regolamento che stabilisce le procedure di utilizzazione dell’8 per mille, spiegano le organizzazioni. “In questo schema vengono fissate quote percentuali minime da destinare ai vari interventi. Vorremmo essere chiamati a un confronto su questo tema: il nuovo regolamento potrebbe essere un’ottima opportunità  per stabilire in modo chiaro e definitivo il vincolo di utilizzo del fondo chiedono le associazioni impegnate nella difesa dei diritti dei rifugiati”.

 

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