APPELLO Caro candidato, e l’acqua?

by Sergio Segio | 21 Febbraio 2013 7:59

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Il combinato disposto dei due quesiti referendari consegna un quadro normativo che rende necessaria la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato. Infatti, così come sancito nella sentenza della Corte costituzionale di ammissibilità  del I° quesito l’abrogazione del c.d. Decreto Ronchi rimanda direttamente alla disciplina comunitaria in ordine alla gestione dei servizi pubblici locali, la quale prevede anche la gestione tramite enti di diritto pubblico.
Questa è un’indicazione chiara, su cui i cittadini, e anche alcuni partiti, hanno già  espresso la loro volontà . Una volontà  che ha che fare su quale direzione percorrere nel futuro in tema di garanzie sociali, diritti collettivi e beni comuni.
Ad oggi, trascorso un anno e mezzo dalla vittoria referendaria, il Governo attuale così come il precedente non hanno compiuto nessun passo in direzione di quella volontà  popolare così chiaramente espressa, mentre diverse sono le misure, approvate e/o proposte, che muovono in direzione opposta.
Solo l’intervento della Corte Costituzionale con la sentenza 199/2012, del 20 luglio scorso, ha ripristinato la volontà  espressa dai cittadini sul primo quesito referendario, quello che ha abrogato l’obbligo alla privatizzazione dei servizi pubblici locali, dichiarando illegittimo l’art 4 del DL 138 avanzato dal governo Berlusconi e confermato dal governo Monti.
Il 28 dicembre 2012 l’AEEG ha approvato la delibera (585/2012) con cui ha definito il Metodo Tariffario Transitorio del servizio idrico integrato, sancendo, nei fatti, la negazione dei referendum del Giugno 2011.
Per ultimo, il Consiglio di Stato ha ribadito che la quota di capitale investito, va elimitata dalla bolletta, cosa che, ad oggi, nessun gestore ha fatto.
Poiché pensiamo che l’approvazione di una nuova norma tariffaria non possa essere, in nessun caso, considerata mero adempimento tecnico, bensì elemento sostanziale di rispetto del voto democratico della maggioranza assoluta del popolo italiano, riteniamo sia opportuna una presa di posizione da parte della forza politica da Lei rappresentata.
Ma ci sembra che in questa campagna elettorale si dica poco e nulla sull’applicazione di quel referendum che riguardava tutti i servizi pubblici locali e ha ribadito in modo chiaro che i cittadini non li vogliono privatizzati.
Pensiamo che, in un momento in cui si chiede agli italiani di tornare alle urne, sia doveroso che ogni forza politica si esprima su come pensa di applicare la volontà  espressa dall’ultima consultazione nazionale: quella dei referendum 2011.
Rispettare quel voto significa intraprendere la ripubblicizzazione del servizio idrico e contrastare tutte le iniziative che collocano nella sfera del mercato e dei profitti quello che è patrimonio di tutti. Non farlo, significa semplicemente calpestare la democrazia, con tutte le conseguenze che questo può avere su una campagna elettorale.

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