Appello della Cei: «Non bisogna farsi ingannare dagli imbonitori»

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Il documento finale della riunione spiega tra l’altro che i vescovi «si sono soffermati sulla difficile situazione economica, ribadendo che le iniziative introdotte a caro prezzo dal governo per ridare affidabilità  e autorevolezza al Paese devono costituire la base di un rilancio indifferibile». Già  lunedì, aprendo i lavori, il cardinale Angelo Bagnasco aveva detto che gli italiani «non chiedono l’impossibile, esigono piuttosto che nessuno dei sacrifici compiuti vada deviato o perduto». Così la Cei ripete l’appello ad andare alle urne («il non votare porta acqua alle difficoltà  del Paese») e torna tra l’altro sul «dramma della disoccupazione, specialmente giovanile» e sul «valore insostituibile della famiglia». Il vescovo Crociata spiega che «il criterio fondamentale» nel voto dev’essere «il plesso di valori dell’etica sociale che hanno fondamento nei principi irrinunciabili», vita e famiglia, che «una volta intaccati rendono indifendibili tutti gli altri valori». Attenzione, però, «non si tratta di formulette o di un criterio restrittivo, ma di una visione per il bene comune», ha detto: «Invitiamo a scegliere con mente aperta. Non guardiamo solo all’immediato, non facciamoci ingannare da formulette illusorie, orientiamoci al bene di tutti». Ma non basta: «Non possiamo essere provinciali», ha aggiunto il segretario generale della Cei, «e lasciare che il futuro si giochi su rivendicazioni localistiche piccine, perché anche una politica nazionale si muove in rapporto a un orizzonte europeo e globale». Quanto alla presenza dei cattolici in vari schieramenti «non è dispersione», l’essenziale sta nell’«unità  di fondo», nella «condivisione dei valori». Quella di ieri è stata in un certo senso una giornata storica, per la Cei: il cardinale Camillo Ruini, per sedici anni presidente dei vescovi italiani, ha lasciato ieri al suo successore Angelo Bagnasco anche la presidenza del «progetto culturale» della Cei. Un «avvicendamento quasi fisiologico», ha osservato peraltro Crociata, la carica è legata alla guida della Cei: «Se nel 2008 la conferma di Ruini era stata naturale, essendone stato l’ideatore, alla scadenza naturale è il presidente attuale della Cei che continua».


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