Bill Gates “Misurare i mali del mondo per poterli sconfiggere”

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C’È UN’ICONA dell’era industriale che ha molto da insegnarci su come migliorare il mondo del XXI secolo: si tratta del motore a vapore. Per imbrigliare l’energia prodotta dal vapore servirono numerose innovazioni, come racconta William Rosen nel libro The Most Powerful Idea in the World.
Una delle più importanti fra queste innovazioni fu la scoperta di un nuovo modo per misurare la produzione energetica dei motori e un micrometro soprannominato «Lord Cancelliere », in grado di misurare distanze minime. C’è un insegnamento più generale che si può ricavare da tutto questo: senza i riscontri forniti da misurazioni precise le invenzioni sono «inevitabilmente sporadiche e discontinue »; con questi riscontri, invece, le invenzioni diventano «la norma».
Negli ultimi dodici mesi ho ragionato sull’importanza delle misurazioni negli sforzi per migliorare la condizione umana. Si possono realizzare progressi straordinari se si fissa un obbiettivo chiaro e si trova un metro di misura in grado di favorire l’avanzamento verso quell’obbiettivo. Potrà  sembrare una cosa elementare, ma è sorprendente constatare quanto spesso venga trascurata, e quanto sia difficile farla nel modo giusto. Storicamente, gli aiuti esteri vengono misurati in relazione alla somma complessiva investita, e non in relazione al fatto se riescono o meno ad aiutare le persone. Servono innovazioni degli strumenti di misurazione per trovare modi nuovi ed efficaci per far arrivare questi strumenti e servizi alle cliniche, alle aziende agricole e alle scuole che ne hanno bisogno.
Ho trovato molti esempi dell’importanza delle misurazioni negli ultimi dodici mesi, da una scuola in Colorado a un avamposto sanitario nelle campagne dell’Etiopia. Uno dei risultati più importanti, nell’ambito dell’utilizzo di parametri di misurazione per favorire il cambiamento a livello globale, sono gli Obbiettivi di sviluppo del millennio, l’accordo firmato nel 2000 dall’Onu e supportato da 189 nazioni, che punta a realizzare entro il 2015 miglioramenti percentuali in aree di fondamentale importanza come le cure sanitarie, l’istruzione e il reddito di base.
Quando l’Etiopia sottoscrisse gli Obbiettivi accompagnò con cifre concrete la sua ambizione di rendere accessibili le cure mediche di base a tutti i cittadini. L’obbiettivo di ridurre di due terzi la mortalità  infantile creò un traguardo chiaro, da usare come metro di valutazione per misurare il successo o l’insuccesso. L’impegno assunto dal governo di Addis Abeba attirò stanziamenti molto più consistenti per il miglioramento dei servizi sanitari di base da parte dei Paesi e degli organismi donatori. Con l’aiuto dello Stato indiano del Kerala, che aveva costruito un’efficace rete di avamposti sanitari nelle campagne, l’Etiopia lanciò il suo programma nel 2004 e oggi può contare su oltre 15.000 avamposti sanitari gestiti da 34.000 operatori. (Uno dei grandi vantaggi delle misurazioni è che consentono ai leader politici di fare comparazioni fra Paesi e imparare dalle esperienze più riuscite).
Nel marzo dello scorso anno ho visitato un avamposto sanitario nella provincia etiope del Dalocha, e ho visto appesi alle pareti grafici sulle vaccinazioni, i casi di malaria e altri dati. Queste informazioni vanno a confluire in un sistema – in parte cartaceo e in parte computerizzato – che aiuta i funzionari pubblici a capire cosa sta funzionando e cosa no, e intervenire su quello che non sta funzionando. Negli ultimi anni, i dati raccolti sul campo hanno aiutato il governo di Addis Abeba a reagire con maggior prontezza di fronte a epidemie di malaria e morbillo. In precedenza, cosa forse ancora più importante, il governo non disponeva di nessun dato ufficiale su nascite e decessi nelle campagne etiopi, mentre ora raccoglie accuratamente queste informazioni. I servizi sanitari forniscono a ogni famiglia una zanzariera, come protezione dalla malaria, e una latrina su fossa, e insegnano le procedure di primo soccorso e altre accortezze fondamentali per preservare la salute e la sicurezza
delle persone. Si tratta in tutti i casi di interventi piuttosto semplici, ma che hanno consentito miglioramenti eccezionali nella vita quotidiana dei cittadini
etiopi.
Un altro esempio dell’efficacia di misurazioni migliori è la poliomielite. A partire dal 1988, le organizzazioni sanitarie mondiali (insieme a molti Paesi) si sono fissate come obbiettivo l’eradicazione della poliomielite, contribuendo a focalizzare la volontà  politica e spingendo i donatori ad aprire i cordoni della borsa per finanziare campagne di vaccinazione su larga scala. Nel 2000 il virus era stato quasi debellato: ormai in tutto il mondo non si contano più di un migliaio di casi.
Ormai sono soltanto tre i Paesi che non sono ancora riusciti a eliminare questa malattia: la Nigeria, il Pakistan e l’Afghanistan. Si sta sperimentando l’uso di telefoni forniti di un’applicazione Gps in dotazione ai vaccinatori. Sono convinto che grazie a questi sistemi di misurazione si riuscirà  a completare l’eradicazione della poliomielite nell’arco dei prossimi sei anni.
Se avessi la bacchetta magica mi piacerebbe molto avere un modo per misurare l’impatto negativo sulle potenzialità  dei bambini (la loro capacità  di apprendere e offrire un contributo alla società ) dell’esposizione a rischi come malattie, infezioni, malnutrizione e problemi medici durante la gravidanza. Riuscire a misurare queste cose potrebbe aiutarci a quantificare l’impatto generale di questi rischi e aiutarci a contrastarli.
Le condizioni di vita degli strati più poveri della popolazione mondiale negli ultimi 15 anni sono migliorate più rapidamente che in qualsiasi altro periodo. Il processo che ho descritto – fissare obbiettivi chiari, scegliere un approccio, misurare i risultati e poi usare questi dati per perfezionare costantemente l’approccio – ci aiuta a fornire strumenti e servizi a tutti quelli che possono trarne vantaggio, che siano studenti in America o mamme in Africa.
( è co-presidente della Fondazione Bill & Melinda Gates ed è stato uno dei fondatori della Microsoft. Questo articolo è un adattamento della lettera che Bill Gates invia ogni anno per conto della Fondazione. First published in The Wall Street Journal. Traduzione di Fabio Galimberti)


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