Grillo, la prima volta dagli imprenditori e a Treviso fa il suo esordio Casaleggio

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TREVISO — Beppe Grillo a tu per tu con i padroncini della Marca. Per la prima volta il leader del Movimento 5 stelle si presenta, in un albergo di Quinto di Treviso, agli arrabbiatissimi imprenditori del Nordest. Gli stessi che, soprattutto nel Veneto, hanno contribuito in modo forse determinante ai successi dellaLega e, in misura minore del Pdl.
C’era anche Gianroberto Casaleggio, ed è stato lui ad esporre il programma del movimento, soffermandosi in particolare sulla cancellazione dell’Irap, la defiscalizzazione sugli investimenti e sulla proposta di rendere obbligatorie esperienze di tirocinio nelle aziende ai ragazzi che escono dalla scuola dell’obbligo. Mentre Grillo ha parlato soprattutto di energia e di green economy. L’applauso è scattato quando Casaleggio ha illustrato il punto sulla cancellazione dell’Irap, la tassa regionale che grava sulle imprese. Un applauso “chiamato” dal braccio destro del leader, stupito che il pubblico non si fosse scaldato più di tanto di fronte a questa proposta. «Ci aspettiamo molto da lei» diceva a Grillo in sala. E lui: «Da solo non basto, fate qualcosa anche voi». Alla fine il comico non ha nascosto una certa delusione: «Sono andato a incontrare degli industriali, mi aspettavo chissà  che cosa e invece non è successo niente », ha detto a Vicenza nel tardo pomeriggio. E ancora: «Mi chiedono tutti: “che cosa farai per noi se vai al governo?”. Non è così, devi dirmi invece tu, industriale che cosa farai, ti devi far eleggere poi vai in Parlamento, e vediamo se sei capace di governare come noi».
Una freddezza che tuttavia non basta cancellare il feeling che sembra essere sbocciato tra i piccoli imprenditori del Nord e i grillini. Ecco che cosa dice, dopo l’incontro, Massimo Colombano, già  patròn della Permasteelisa, un’azienda di costruzioni quotata in Borsa, e che oggi guida una nuova organizzazione imprenditoriale, la Confapri: «Ci aspettiamo molto dai nuovi gruppi e movimenti, quelli che non hanno forme mentali precostituite e lobby politiche, industriali o finanziarie da difendere: quelli che vogliono veramente, come noi, un cambiamento in meglio, un vero rinascimento dell’Italia». In questa campagna elettorale Confapri ha lanciato un appello a tutte le forze politiche, chiamandole a impegnarsi su tre parole d’ordine: riattivare il circuito del lavoro, tagliare la spesa pubblica e ridurre drasticamente il peso della burocrazia. «Grillo e Casaleggio — spiega Colomban — ci hanno sorpreso positivamente per la loro apertura e disponibilità ; la prova è che l’attenzione del M5S per l’Italia che lavora e intraprende è centrale».
E suona la stessa musica un altro imprenditore del Nordest. Non proprio l’ultimo: si chiama Giuseppe Sbalchiero ed è il presidente della Confartigianato del Veneto, la stessa che nei giorni a cavallo tra gennaio e febbraio aveva commissionato un sondaggio shock tra i suoi aderenti. «La nostra categoria — racconta Sbalchiero — in passato ha dato in massa la fiducia a Bossi e Berlusconi; ora non è più così, non crediamo più alle loro promesse, perché nessun risultato apprezzabile è arrivato: del federalismo non c’è traccia e lo stesso vale per la semplificazione burocratica».
Ce n’è abbastanza — e i dati del sondaggio lo spiegano in modo clamoroso — per parlare di tsunami politico nel Veneto in vista delle imminenti elezioni. Grillo sembra andare fortissimo, e a farne le spese sarebbero soprattutto i due partiti del centrodestra che governano la Regione dal 2010 e che ora sono tornati alleati.
Nella Marca ieri si è fatto vedere anche Pierferdinando Casini, che ha tenuto un comizio a Mareno di Piave. E nelle parole del leader centristra si legge in controluce la consapevolezza della presa che il M5S potrebbe avere sull’elettorato del Nordest: «Grillo non è responsabile dello stato in cui siamo, è il termometro di una situazione degenerata, quindi io rifiuto di prendermela con lui». Il resto suona come una speranza: «Non credo che chi lo voti pensi di risolvere i problemi, lo fa come forma di protesta; ma alle elezioni, oltre a protestare, bisogna anche offrire delle soluzioni».


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