Il governo bulgaro si è dimesso

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Il governo del primo ministro bulgaro Boiko Borisov si è dimesso oggi dopo gli ultimi giorni di proteste violente contro l’aumento delle bollette elettriche e del costo della vita. Rispetto a gennaio 2012, il costo dell’energia nel paese più povero dell’Unione Europea è raddoppiato.

Negli ultimi giorni i manifestanti hanno organizzato proteste molto partecipate che in alcuni casi sono diventate violente. Alcune persone hanno lanciato pietre, bottiglie, uova e petardi contro la polizia che era di guardia al quartier generale della società  elettrica ceca CEZ – una delle più grandi dell’Europa dell’est – e ai palazzi governativi. Martedì gli scontri hanno causato 25 feriti.

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Il primo ministro Borisov, del partito di centrodestra GERB (in bulgaro, “Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria”), era sotto pressione da diversi giorni per le proteste di piazza contro l’aumento dei prezzi: la manifestazione più grande, che ha riunito diverse migliaia di persone, si è svolta domenica in diverse città  del paese ed è stata tra le più partecipate dalla fine del comunismo.

I manifestanti accusano alcune società  straniere (le ceche CEZ e Energo-Pro, l’austriaca EVN) di gonfiare i prezzi per aumentare i profitti dopo che hanno preso il controllo del mercato dell’energia bulgaro, in seguito alla liberalizzazione del settore nel 2004. Per cercare di calmare le proteste, Borisov ha tolto l’incarico al ministro delle finanze Simeon Dyankov e ha ordinato il pagamento urgente di milioni di euro di sussidi agli agricoltori, un’altra categoria che era a un passo dalla protesta di piazza.

Oggi, però, Borisov ha annunciato le sue dimissioni in una conferenza stampa, dicendo: “Non parteciperò a un governo sotto il quale la polizia picchia la gente”. Ha anche annunciato che la licenza alla società  ceca CEZ sarà  revocata, mossa che rischia di causare attriti con la Repubblica Ceca. È probabile che si vada ad elezioni anticipate, anche se le politiche erano già  previste per il prossimo luglio.

Boiko Borisov, 53 anni, era primo ministro della Bulgaria dal 2009, quando il suo partito GERB aveva ottenuto quasi il 42 per cento dei voti stravincendo sui socialisti uscenti. Borisov era stato un popolarissimo sindaco di Sofia dal 2005 fino alla sua nomina a primo ministro. Una delle caratteristiche più notevoli della politica bulgara – oltre alle frequenti accuse di corruzione e alle irregolarità  che si registrano ad ogni voto – è il fatto di essere profondamente sfavorevole ai governi in carica: dalla fine del comunismo ad oggi, nessun governo uscente è mai stato rieletto.

Nella foto, il primo ministro bulgaro Boiko Borisov
(PEDRO NUNES/AFP/GettyImages)


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