Il governo turco vuole concludere entro agosto

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Prigioniero sull’isola d’Imrali dal ’99 e condannato all’ergastolo, Ocalan sta nuovamente conducendo trattative di pace con il governo turco, che questa volta si dice disposto a pervenire a un accordo. Per portare a soluzione un conflitto che dura dall’84 e che ha provocato 40.000 morti, Ocalan ha stilato le possibili grandi linee di un accordo e le ha recentemente consegnate a una delegazione di deputati del Partito della pace e della democrazia (Bdp), recatasi sull’isola per la seconda volta.
Il leader kurdo ha fatto sapere che il piano dovrà  essere discusso e approvato dal movimento indipendentista, mentre secondo giornali turchi più vicini al governo, il PKK deve rispondere tra due settimane, e accettare la smobilitazione dei combattenti entro il 15 agosto: senza interrompere la tregua che dovrebbe essere proclamata il 21 marzo, data del nuovo anno kurdo. Il governo turco si aspetta anche la liberazione di alcuni esponenti delle forze di sicurezza turca catturati dal PKK. In cambio, dovrebbe mettere in campo delle riforme per garantire il diritto dei 15 milioni di kurdi (il 20% su 76 milioni di turchi): riforme non di facciata, contenute in una nuova Costituzione. Il progetto del movimento indipendentista è però qualcosa di più ampio e sostanziale e riguarda il profilo di un nuovo possibile stato per il popolo kurdo. Quanto al cessate il fuoco – ha dichiarato Selahattin Demirtas, leader del Bdp – il Pkk lo sta già  osservando, avendo diminuito notevolmente le azioni dall’inizio dei negoziati. I militanti del PKK – considerato organizzazione terrorista da Usa e Ue – continuano invece a essere uccisi. «Se depongono le armi e lasciano il nostro paese, ci sono molti altri posti nel mondo in cui possono andare», ha dichiarato il primo ministro turco Recep Erdogan, fautore della trattativa.


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