La ”campagna elettorale” delle associazioni. Il non profit detta l’agenda, ma poca fiducia

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ROMA – “L’attuale campagna elettorale si sta svolgendo in un clima di generale preoccupazione in seguito ai progressivi tagli alla spesa pubblica e all’aumento del prelievo fiscale. Le organizzazioni del terzo settore sono chiamate sempre più in causa dall’aumento dei bisogni della società  civile, anche se paradossalmente, a seguito della crisi sistemica, si trovano sprovviste di strumenti per poter dare risposte adeguate. Si moltiplicano gli appelli alle istituzioni e alla politica da parte delle singole organizzazioni del terzo settore e delle loro rappresentanze”. Così l’Associazione Isnet, che ha lanciato un sondaggio agli iscritti alla propria rete (oltre 1000 imprese sociali in tutta Italia), per scoprire il loro punto di vista circa le urgenze che la politica dovrebbe considerare.

I risultati. Secondo le organizzazioni interpellate, il nuovo governo dovrebbe impegnarsi a mantenere l’Iva delle cooperative sociali al 4 per cento, promuovere l’utilizzo delle clausole sociali negli appalti, ripristinare il fondo sociale regionale. Queste le prime 3 scelte in ordine di importanza e urgenza.
“In realtà  – afferma l’associazione Isnet -, i valori assegnati dagli intervistati dimostrano che ognuno dei temi presentati è molto importante (tutti gli items superano il valore 5, su una scala 1-10 di misurazione dell’importanza) ma che regna una certa rassegnazione sulla capacità  della politica di renderli concreti (ad eccezione di due items, tutti gli altri presentano un valore di realizzabilità  inferiore a 5)”.
In media, i valori di importanza tendono ad aumentare mano a mano che ci si sposta dalle Regioni del Nord a quelle del Sud. Ad esempio il “ripristino del fondo sociale regionale” passa da un’importanza 7.38 assegnato dalle organizzazioni localizzate al Nord Ovest ad un 9.11 di quelle del Sud. Lo stesso, accade in riferimento alla necessità  di “ridurre l’iva sui consumi sostenibili”: 7.44 tra le organizzazioni del Nord Ovest e 9.67 tra quelle del Sud.

Scarsa fiducia. La fiducia sulla probabilità  che queste istanze vengano adottate dal nuovo governo, in media è più alta nelle regioni del Nord Ovest e del Centro, mentre diminuisce nel Nord Est e al Sud. La stabilizzazione del 5 per mille ha valori pari a 5.65 tra le organizzazioni del Nord Ovest e 6.31 tra quelle del Centro; il dato scende tra le organizzazioni del Nord Est e del Sud, rispettivamente a 4.81 e 4.11. La fiducia sulla probabilità  di realizzazione delle iniziative risulta più alta tra le cooperative sociali rispetto al mondo associativo; in media 4.48 contro 3.38. In particolare, le cooperative sociali sono più fiduciose sul fatto che venga stabilizzato il “5 per mille”.

L’indagine condotta dall’Associazione Isnet, che realizza annualmente l’Osservatorio sull’impresa sociale in Italia, ha approfondito il tema della “probabilità  di adozione” ponendo una domanda sulla composizione di  governo. Alla domanda “Pensa che la realizzabilità  dei temi possa aumentare nel caso in cui al governo ci sia una forte rappresentanza di esponenti del terzo settore”, l’82,8 per cento delle organizzazioni si esprime positivamente (dichiarando “certamente si” o “probabilmente si”).

Secondo Laura Dongiovanni, presidente dell’Associazione e responsabile dell’Osservatorio Isnet sulle imprese sociali, “la presenza di una significativa concentrazione di candidati provenienti dal mondo del terzo settore, innalza il livello di fiducia e la previsioni di realizzabilità  di interventi che impattano direttamente sui settori dell’economia sociale. In tempi di chiusure autoreferenziali e progressivo scollamento nei confronti della politica, le imprese sociali seppur alle prese con le difficoltà  dettate dalla crisi, mostrano segnali di vitalità  e desiderio di protagonismo. L’auspicio è che il nuovo Governo sia all’altezza delle aspettative”. 

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