Landini: “L’ad del Lingotto attacca tutto quello che non può comprare”

by Sergio Segio | 4 Febbraio 2013 8:17

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ROMA — Marchionne provoca, Landini risponde. La temperatura dello scontro tra il manager e il sindacato a lui più ostile si alza quando ieri il numero uno della Fiat si rivolge con durezza a Volkswagen e Fiom. «Faccio fatica a pronunciare quel nome», dice riferendosi alla prima. «Presuntuosa » la seconda, a «pretendere un confronto». È evidente che «Marchionne attacca tutto quello che non può comprare», ribatte Landini. E cioè «la Volkswagen e Fiom», appunto. Il segretario dei metalmeccanici Cgil, a cui il manager consiglia di «trovare un metodo per collaborare con gli altri» sindacati, replica stizzito: «È inutile che cerchi capri espiatori. Il punto vero è che sta riducendo l’occupazione e gli stabilimenti.
Ha chiuso Termini Imerese, Irisbus e la Cnh di Imola, quei lavoratori sono figli di nessuno».
Non che a Mirafiori fili tutto liscio. Mentre Marchionne parla sul palco del Carignano, la Fiom distribuisce all’ingresso del teatro una lettera dei suoi iscritti indirizzata proprio a lui. «Caro dottor Marchionne, Torino e Mirafiori vogliono risposte certe e tutti i lavoratori meritano ascolto e rappresentanza, anche quelli come noi che lei non ha convinto», scrivono. «Sono molti di più i giorni in cui restiamo in cassa integrazione di quelli che trascorriamo a lavorare. I prodotti annunciati per Mirafiori continuano a cambiare e il tempo passa: è successo per la 500L ora prodotta in Serbia e per i mini Suv, spostati a Melfi. La prospettiva è di attendere ancora. Forse l’annuncio di giugno, ma sarà  quello buono? Ognuno di noi ha perso dall’inizio della crisi tra i 14 e i 17 mila euro netti».
Intanto volano scintille tra Marchionne e il sindacato. «Prima di Landini non ho avuto nessun problema con la Fiom», attacca ancora l’ad Fiat. «È stato Marchionne e non la Fiom a cambiare linea, uscendo dal contratto nazionale», rilancia il segretario. «È lui che sta violando la Costituzione e lo Statuto dei lavoratori, negando la libertà  dei lavoratori di scegliersi il sindacato». Con Landini si schiera solo l’ex collega, candidato per Sel, Giorgio Airaudo: «Mirafiori continua a essere la Cenerentola. Neanche oggi Marchionne ci ha detto cosa produrrà  a Torino». Mentre Luigi Angeletti, Uil, ironizza: «Il consiglio di Marchionne a Landini è ottimo. Peccato che non lo seguirà  perché ha smesso di fare il sindacalista e fa solo politica». Il Pd è invece soddisfatto delle parole del manager Fiat. «Un discorso di verità  », per il sindaco di Torino Fassino, «che riconferma in modo inequivoco la volontà  sua e di Fiat di scommettere sull’Italia e su Torino». Più prudente il governatore leghista del Piemonte, Cota: «Aspettiamo i fatti anche per Mirafiori, dopo Grugliasco».

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